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L'ex postino Chiambretti diventa telefonista

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«Mi dicono di un "niet" del Cavaliere ma io non voglio passare per martire o per finto-censurato»

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Divorziato consensualmente dalla Rai («Ci disinteressiamo reciprocamente l'uno dell'altra»), appannati gli occhi dolci di Piersilvio, suo ex irriducibile corteggiatore, Chiambretti dal 1 marzo debutterà su La7 "appeso a un filo", in una cabina telefonica piazzata nel centro di Milano. Il popolare showman ha firmato per due anni e sarà anche consulente artistico della rete tv di Telecom. Scusi Chiambretti, lei "c'è"? «No, io "c'ero" , sulla Rai. E "ci sarò", su La7. Stavo rischiando una "separazione in casa", a furia di aspettare che il direttore di Raidue Marano rispondesse alle mie proposte. Così, senza farne un problema, ho preferito il "divorzio". Non ho chiesto gli alimenti, ma avrei voluto almeno... il cavallo di viale Mazzini. Invece, niente, così continuo ad amare da lontano la mia ex, cioè la Rai». Ma se n'è andato lei o l'hanno espulso? «Il direttore di Raiuno, Del Noce, ha detto in giro che "c'era stato un niet" del Cavaliere. Non so se sia vero e non vorrei indossare i panni del martire, finto-censurato. Certo è che sono stato escluso dal "nuovo Rinascimento" Rai, del quale si fa gloria il direttore generale Cattaneo e del quale non potrei fare parte in nessun modo, visto il livello. Diciamo che "Batman e Robin", cioè Cattaneo e Del Noce, rimarranno nel mio cuore. Preferisco voltare pagina». La sua, dunque, è stata una separazione senza dolore? «Come insegna il Vangelo, io offro sempre l'altra guancia. Ma di guance ne ho solamente due e sono terminate. Niente vendette, per carità. Preferisco andare avanti e toccare il ferro che mi hanno infilato nella caviglia, dopo che me la sono spaccata in quattro parti, giocando a tennis». Quando ha avuto quest'incidente? «Il 1 marzo dell'anno scorso. Pensi che segno premonitore: il destino mi ha indicato chiaramente che dovevo fermarmi, "rompere" col passato e ripartire: riprenderò il 1 marzo, dopo un anno esatto». E che cosa si è inventato per il suo passaggio a La7? «Lavorerò nel più piccolo studio della storia della tv, una cabina telefonica di un metro per due. Da lì, nella milanese piazza Cordusio, dal lunedì al venerdì, alle 18,45, per un'ora, risponderò "Pronto, Chiambretti" a chi vorrà chiamarmi da un'altra cabina itinerante. Inoltre, mi collegherò con due opinionisti per parlare, a ruota libera, dei temi del giorno, evitando la cronaca nera e i morti ammazzati. Ospiti fissi saranno Nino Frassica, l'ex custode Rai Aldo Izzo, e le anime bianca e nera del "pianeta giovani": Costantino della Gherardesca e la new-entry Marco Eugenio Brusutti». Di nuovo in strada, a contatto con la gente comune, come ai bei tempi del suo divano nel domenicale «Va' pensiero», e in una striscia quotidiana come nel «Portalettere», entrambi su Raitre. «Sì, c'è un po' di ritorno all'antico in questa nuova sfida. Mi auguro di riuscire a fare un programma normale, ora che tutti puntano all'eccezionale e fatalmente sbattono contro il muro del "già visto". Ogni puntata sarà poi replicata, con l'aggiunta di una sorpresa, a mezzanotte e mezzo». Da dove partirà la cabina che va in giro? «Dal Festival di Sanremo. A Tony Renis chiederò "Quando quando quando" si risolverà il famoso conflitto d'interessi. Inviterò anche Apicella».

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