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«Un genio? Ma se è così difficile. E noioso»

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«No, è un genio, uno dei grandi della letteratura di tutti i tempi». Nel mondo anglosassone delle lettere infuria la polemica dopo che lo scrittore irlandese Roddy Doyle ha osato demolire il più famoso tra gli scrittori del suo paese, James Joyce (1882-1941). Doyle, il più noto e venduto tra gli scrittori irlandesi contemporanei, ha preso di mira l'«Ulisse», il capolavoro di Joyce proprio nell'anno in cui il Ministero della Cultura irlandese si appresta a lanciare decine di eventi per celebrare il Bloomsday. A Roddy Doyle ha replicato John Sutherland, professore di letteratura inglese moderna all'University College di Londra, uno dei massimi esperti dello scrittore irlandese. «Joyce è lo Shakespeare d'Irlanda», ha commentato respingendo le critiche dei Doyle. «Io continuo a ritenere estremamente emozionante leggere le pagine di Joyce», ha aggiunto Sutherland. L'Università di Oxford ha ribattuto un altro autorevole studioso di Joyce, Craig Rane: «L'Ulisse è uno dei più grandi libri di tutti i tempi». A far infuriare Roddy Doyle è stata quella che lui stesso ha definito «l'industria di Joyce», messa in piedi dall'ente del turismo irlandese che in occasione del prossimo 16 giugno, festa del Bloomsday, si aspetta migliaia di turisti anche dall'estero a Dublino per celebrare il centesimo anniversario della data letteraria. Il fatto che un'azienda di salsicce intenda organizzare per quel giorno una colazione per 10 mila persone è stata trovata indecorosa da Doyle. Da qui la sua reprimenda contro quella che ha sbeffeggiato come «l'industria di Joyce». R. C.

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