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PER RICORDARE Alberto Sordi nel primo anniversario della morte Antonello Sarno ha realizzato «Ciao Alberto» ...

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Ma forse nessuno meglio di Dino Risi può tracciare il ritratto di quell'uomo che diresse in «Il vedovo» e «Una vita difficile». Risi, com'è riuscito, in quest'ultimo film del 1961, a far interpretare a Sordi una parte "seria", per lui inconsueta? «Non fu un grande sforzo perché Alberto era un attore completo e dotato di grande intelligenza. Così riuscì a interpretare al meglio Silvio Magnozzi». Chi è stato per lei Sordi? «Principalmente un attore straordinario e divertente, un ottimo collaboratore. Con lui un regista non doveva faticare molto, perché capiva al volo le situazioni. Apparteneva a quella categoria di professionisti dello spettacolo passati attraverso la gavetta, perciò riusciva a guidare e farsi guidare benissimo». È vero che avrebbe dovuto essere lui il protagonista del Sorpasso? «Sì, in un primo momento era stato scelto per quel film, ma poi fu lui stesso a togliersi di mezzo. Mi disse di aver capito che non gli conveniva quel ruolo, perché avrebbe dovuto lavorare tanto per ritrovarsi in secondo piano rispetto all'altro attore. Sordi era fatto così: temeva di apparire minore rispetto a qualcun altro. Col senno di poi, credo che commise un errore di prospettiva». E. G.

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