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Salvatores: «Mi sono battuto per Garrone»

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Gli altri però, ha aggiunto, non l'hanno capito e non c'è stato nulla da fare. Più dell'Orso d'argento per la musica non si poteva strappare. Salvatores ha spiegato che del film di Garrone non è piaciuto il «sottolineare ossessivo dello stile»; il concetto di autore molto sentito da noi italiani «andrebbe forse aggiornato». I giurati hanno visto nel film un «esercizio di calligrafia», ed è stato anche preso per un film contro le donne (la protagonista diventa anoressica per piacere a lui). Salvatores, presente lo scorso anno alla Berlinale con «Io non ho paura» (che non ha vinto nulla), ha detto di preferire mille volte i panni del regista a quelli del giurato. La giuria, presieduta dall'americana Frances McDormand, era molto eterogenea: i giurati avevano opinioni molto diverse, c' era distanza di età, culturale e geografica, ha sottolineato. Salvatores ha spiegato che è stato difficile mettersi d' accordo perchè non c'era «nessun capolavoro, nessun film che ha fatto volare». Un criterio di scelta è stato anche quello di valorizzare i film che hanno bisogno di essere aiutati. Interrogato sul film-epopea di Theo Anghelopoulos, uscito a mani vuote, Salvatores ha parlato di capolavoro mancato. Il regista ha detto di amare molto la Berlinale, «un Festival importante che cerca cose nuove, paesi nuovi e dove protagonista è il pubblico». È una rassegna che sta attenta a due cose: «al cinema che va nelle sale ma anche quello d'autore».

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