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di CARMEN GUADALAXARA A CINQUANT'ANNI Rosalino Cellamare, meglio conosciuto come Ron, ritrova ...

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Maturità e introspezione sono gli ingredienti delle nove canzoni elaborate dall'artista pavese che a maggio suonerà al Teatro Sistina nella capitale. A distanza di due anni dal successo della tourneè, che lo ha visto protagonista con Fiorella Mannoia, Pino Daniele e Francesco De Gregori, Ron sente il bisogno di un cambiamento drastico, si isola dalla realtà e si è ritrova a leggere il libro di Schneider che narra la storia di Elias Alder un bambino dotato di una musicalità straordinaria. «Un giorno in libreria - spiega il cantante - comperi un libro perchè il titolo ti incuriosisce. Poi succede che leggi e ne resti sconvolto. Un fiume in piena che ti travolge e non capisci nemmeno il perchè. Improvvisamente tutto acquista colore e mi ritrovo ad indentificarmi con il protagonista che riesce a cogliere tutti i suoni del mondo. Mi sono detto che dovevo osare di piu. Anche io da sempre ho un codice per leggere le emozioni». «Come? Sin da bambino quando ascoltavo un brano, lo risuonavo digrignando i denti. Ogni dente rappresenta una nota e tutta la dentatura una tastiera». E così l'artista ha centellinato ogni fremito, ogni sensazione, ogni palpito. Li ha trasformati così in note, in melodie con l'aiuto di Cheope, il figlio di Mogol, e il produttore Gianni Caponnetto: «Abbiamo lavorato a quattro mani con Cheope - continua Ron - cercando di far entrare le parole in queste musiche che erano diventate la colonna sonora del libro. È la prima volta nella mia carriera che mi ritrovo a collaborare fianco a fianco con qualcuno per quanto riguarda la stesura dei testi». Il disco canta l'amore, l'amicizia e Dio. «Più passa il tempo e più la consapevolezza di essere deboli aumenta. Per questo sento la necessità di aver un riferimento che va oltre quello umano». Ron spiega così la profonda religiosità evidenziata in gran parte dei testi. «La consapevolezza - aggiunge - di non essere solo mi fa andare avanti con grande coraggio. Esistono, anche per noi cantanti, dei momenti bui, che possono diventare insopportabili. Superare tutto questo mi è possibile solamente credendo in Dio che non punisce, non ha momenti di sadismo nè di odio ma solo di amore. La libertà che ci lascia è proporzionale a come riusciamo a rispettare gli altri e sopratutto noi stessi. Questo è uno dei motivi per cui ho amato tanto questo libro». «L'amore? - Aggiungw - In realtà non credo di aver trovato una risposta. Forse l'amore - conclude - è insieme dolore e brivido che non ha mai fine, come spiegano le prime due frasi del brano "Lisa"».

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