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LONDRA — Il cappellino da basket è calato sulla fronte, quasi a nascondere completamente il viso; braccia, ...

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i pantaloni, quasi sempre da ginnastica, stanno meglio se infilati dentro le calze e le scarpe, normalmente Nike o Reebok, sono bianche immacolate. È questo il look del «chav» il britannico «duro e puro» che dalle periferie sta conquistando i reami della celebrità e della televisione. «Hanno un modo vestire così tribale che li puoi riconoscere a centinaia di metri di distanza! Quello che rende divertente lo stile dei chav è che credono di essere il massimo in fatto di moda e che adornando il loro corpo con oro senza valore da 9 carati possano sembrare ricchi» scrive il creatore di www. chavscum.co.uk, un sito internet dedicato interamente ad esporre, criticare ed ufficializzare i chav, riconoscendo come la loro cultura stia influenzando il mondo della tv e dello spettacolo britannico. Sempre dal sito, alcuni esempi. Cristina Aguilera è vestita dalla testa ai piedi in viola (la combinazione monocolore degli abiti, di preferenza bianchi è un'altra caratteristica inconfondibile del loro stile), adornata di pesanti catene al collo e con due grandi orecchini. Mel C - «Sporty» Spice - delle Spice Girl, è anche lei sempre in tuta da ginnastica ed ha una parlata «urbana» caratterizzata da parole abbreviate e pronuncia incomprensibile. Quintessenza della cultura chav, sempre secondo il sito anche Victoria e David Beckham, e Eminem. Così Chavscum.co.uk illustra come i chav abbiano ormai conquistato il mondo del pop, e come dal mondo delle celebrità da giornale scandalistico di bassa lega - da soubrette a cantanti poco più che adolescenti - essi traggano ispirazione. Il loro gusto in fatto di musica è tutto meno che sofisticato, dal rap duro per gli uomini all'R&B sinuoso per le donne, alla dance per tutti, la musica deve essere esclusivamente quella del tipo più commerciale, con CD reperibili anche al supermercato. La tv gioca una parte centrale nella vita del chav: Acces« dalle prime ore del mattino fino a quando la scheda prepagata dell'elettricità non è terminata, il tubo catodico intrattiene il chav medio soprattutto al mattino ed al pomeriggio, quando i talk show e le soap opera assicurano la totale assenza di contenuti culturali. Questi individui abbandonano la postazione televisiva solamente per recarsi al centro commerciale, dove possono sfogare le loro abitudini consumistiche, incontrarsi, pavoneggiarsi e perchè no, anche litigare in maniera rumorosa o violenta, con altri chav. La velocità esponenziale con cui questi esemplari si stanno moltiplicando nelle strade britanniche e con cui stanno guadagnado spazio sulle pagine dei tabloid, ha un che di preoccupante. Secondo un dizionario britannico del linguaggio urbano, che per chav ha trovato ben 51 definizioni, questi individui sono riconoscibili per la loro capacità di attaccare briga quando in gruppo e poi filarsela appena soli. Per sentirsi più forti e temibili vanno in giro con un pit bull, preferibilmente addestrato ad attaccare al primo tafferuglio. Forse, scrive il Sunday Times, stiamo ritornando al clima morale del 18/esimo secolo, quando bande di aristocratici ubriachi, conosciuti come i Mohocks, attaccavano passanti e sentinelle di notte. A differenza dei «nobili» Mohock però, scrive il giornale, i chav sono ovunque, il minimo comune denominatore del prezzo da pagare per una società che vuole livellare sempre più le differenze tra classi sociali.

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