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Indiani cattivi, africani buoni e poche star

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Rissa per vedere il film sull'apartheid. La Binoche si scusa e non partecipa

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In compenso c'è una massiccia (anche troppo) partecipazione del pubblico che l'altra mattina si è preso a spintoni per vedere il film in concorso «Country of my skull» di John Boorman, che racconta una vicenda di apartheid in Sudafrica. Il problema è noto: alle proiezioni per la stampa vengono venduti anche biglietti per il pubblico pagante e la sala pur grande non è in grado di contenere tutti gli spettatori. Se il film «tira» è rissa. Pazienza. Tra i troppi presenti non si è comunque presentata la persona più attesa: la protagonista Juliette Binoche impegnata a girare un film a Los Angeles. Pazienza anche per questo. Chi volesse vedere una star si deve concentrare su Jack Nicholson che in compenso dà spettacolo facendosi vedere in giro (ieri era già su tutti i giornali tedeschi) con la ex campionessa di pattinaggio sul ghiaccio della (fu) Repubblica democratica Kati Witt. Lui 66 lei 38 sono cari amici e Jack non fa mistero della cosa. L'altra sera dopo una cena in un ristorante alla moda lui l'ha salutata e poi si è concesso ai cacciatori di autografi. I fan di professione hanno poi potuto vedere la bella, giovane e poco conosciuta Chloe Winkel, protagonista di «The Stratosphere Girl». Charlize Theron ha criticato il mito della bellezza hollywoodiano presentando «Monster», film di Patty Jankins tra i favoriti per l'Orso d'oro nel quale, pesantemente imbruttita dal trucco, interpreta il ruolo di una killer realmente esistita. C'è stato anche un grande ritorno: quello degli indiani (d'America) di nuovo cattivi dopo anni di film che li vedevano buoni e maltrattati. È tutto in «The Missing», il film di Ron Howard che narra di una madre-coraggio nel West che affronta una banda di apache rapitori della figlia. I protagonisti sono l'attrice australiana Cate Blanchett accanto a Tommy Lee Jones. Un western, certamente, ma con venature thriller e un pizzico di horror. R. S.

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