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Mammucari, lo scherzo dura troppo

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Ed è lecito attendersi da lui prestazioni televisive all'altezza di una vis comica originale ed incisiva. Una vis comica che, in appuntamenti come «Veline» e «Velone», negli anni scorsi, si era solo parzialmente estrinsecata. Il suo ritorno al timone di «Libero», martedì su Raidue in seconda serata, è stato, innanzitutto, penalizzato dall'orario troppo avanzato della messa in onda e dalla lunghezza del programma protrattosi fin quasi all'una di notte. Mammucari, però, ha utilizzato la prima puntata come un palcoscenico sul quale attardarsi ulteriormente in performance personali, slegate dall'obbiettivo del programma: gli scherzi telefonici. Martedì sera ci sono state troppe lungaggini che hanno appesantito «Libero» privandolo dell'immediatezza dell'ironia e della godibilità dei tiri mancini preparati. Ed hanno costretto il telespettatore ad abbandonare, ad un certo punto, Mammucari ritrovatosi, a tarda notte, quasi in un palinsesto notturno. Per rendere al meglio la goliardia degli eventi e delle situazioni, dalla prossima settimana si dovrebbe innanzitutto anticipare la messa in onda, rinunciando alla poco produttiva striscia su «La talpa». Il padrone di casa dovrebbe inoltre sapere che il segreto di un appuntamento comico risiede nell'incisività delle battute e nella snellezza con cui si affrontano le situazioni. Lo scherzo, insomma è bello quando dura poco. Non trascuri Mammucari la saggezza popolare.

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