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Si inaugura il 13 febbraio alle Scuderie del Quirinale «Velazques, Bernini, Luca Giordano.

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Anticipiamo l'intervento che Maurizio Marini, storico dell'arte e grande conoscitore del Barocco, terrà sulla manifestazione. di MAURIZIO MARINI CURATA da Fernando Checa Cremades la rassegna che celebra figure emblematiche di artisti-cortigiani come «Velàzquez, Bernini e Luca Giordano», dopo il fortunato esordio a Madrid e Aranjuez (dal 15 ottobre 2003 all'11 gennaio 2004), approda a Roma (13 febbraio - 2 maggio 2004, catalogo Skira) epicentro del Seicento, il secolo barocco, città dove i tre protagonisti si sono trovati a compiere esperienze e commissioni che l'avrebbero caratterizzata in tutti gli aspetti. Di Diego Velàzquez (che abitò al Collegio Nardini in via di Parione) ricordo i ritratti, da Papa Innocenzo X (Roma, Galleria Doria Pamphilj) a sua cognata, la potente Donna Olimpia Maidalchini (Milano, collezione privata), ai famigli (come i nani della corte madrilena), compreso il Barbiere, monsignor Michelangelo Augurio (di recente acquistato dal Museo del Prado di Madrid), al Giordano, con le pale per gli altari di Santa Maria in Campitelli e della Maddalena, al Bernini, il quale fece di Roma il «gran teatro del mondo» a sua immagine e somiglianza! La rassegna romana si arricchisce di ulteriori prestiti, soprattutto del Salvatore, il busto marmoreo di Cristo che il vecchio Bernini eseguì per Cristina di Svezia di recente ritrovato nella basilica di San Sebastiano sulla via Appia e il modello di terracotta e legno per l'Obelisco di piazza Navona a tutt'oggi presso gli eredi del Bernini a Roma e altri esempi di quell'estro sconfinato che aveva coinvolto aiutanti geniali come Giovanni Paolo Schor, collaboratore nella Cattedra di San Pietro (in Vaticano; presente anche l'unico studio, a sanguigna, per l'angelo a sinistra), e nel letto di Cristina di Svezia, nonché in una Culla della raccolta del principe Prospero Colonna. A ulteriore corredo giunge l'allestimento di Maurizio Di Puolo che, indubbiamente, restituisce spazio ai capolavori attestandone le forti valenze figurative in un gioco di vitalistiche allusioni teatrali. Il Barocco è un secolo denso di contrasti, ma con un denominatore comune: «Estasi» e «Potere» che caratterizzano da una parte la visione della santità (in mostra il bozzetto dell'Estasi di santa Teresa d'Avila di Bernini, dalle raccolte dell'Ermitage di San Pietroburgo) e dall'altra l'assolutismo regio, in quanto, in entrambi i casi, l'essenza deriva direttamente da Dio. Assumono quindi forma Filippo IV (degli Asburgo spagnoli) e sua moglie Mariana d'Austria (Madrid, Museo del Prado), per mano di Diego Velàzquez, Papa Urbano VIII per quella di Bernini. Innocenzo X nei bronzi di Alessandro Algardi (Roma, Galleria Doria Pamphili); Don Juan de Austria, Vicerè di Napoli, del Ribera (Madrid, Palacio Reàl); la Regina Cristina di Svezia di Sebastien Bourdon (Stoccolma, National Museum of Fine Arts); Luigi XIV, nel busto di Antoine Coysevox (Palacio Reàl de Aranjuez) e nel ritratto in armatura dipinto da Louis Ferdinand Elle II (Metz, Musée des Beaux-Arts); Carlo II e la reggente Mariana d'Austria secondo Juan Carreno de Miranda (che alla morte di Velàzquez gli subentrò quale «pintor del rey»), e inoltre i tanti volti di un secolo tramite sculture, medaglie, incisioni che danno il senso di un tempo in cui l'immagine e i sensi rispondono a un'esigenza intellettuale e spirituale, come lo spazio, dalla chiesa alla reggia, dal palazzo alla villa e agli arredi che vi si compenetrano: mobili, arazzi, armi, carrozze, fino alle tabacchiere e agli oggetti più raffinati anche all'interno dell'uso quotidiano.

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