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La grafica di Burri come sperimentazione

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Se ne ha conferma visitando la mostra intitolata «Alberto Burri. Tutta la grafica» che gli dedica la Fondazione Burri a Città di Castello, negli Ex Seccatoi del Tabacco, capannone 12 ( fino al 30 giugno). Già di per sè una visita alle due sedi museali della Fondazione, voluta dallo stesso Burri nel 1978, vale un viaggio. Si tratta del quattrocentesco Palazzo Albizzini e dei giganteschi Ex Seccatoi del Tabacco che ospitano i cicli pittorici e le sculture realizzati dal 1970 al 1993. Inoltre, in occasione della mostra, è stata presentata un'opera editoriale fondamentale: il Catalogo Generale della Grafica di Burri («Burri. Grafica. Opera completa»), impeccabilmente curato da Chiara Sarteanesi e pubblicato da Petruzzi Editore. Vi sono riprodotte e analizzate tutte le opere e i multipli realizzati da Burri fra il 1950 e il 1994. Nella mostra , ordinata da Chiara Sarteanesi, sono complessivamente esposte 180 fra opere di grafica e multipli. Risulta ben chiaro che per il grande artista umbro la tecnica della grafica non era una semplice trasposizione di motivi pittorici attraverso la riproducibilità ma era il terreno privilegiato di continua sperimentazione e rinnovamento. Ce lo spiega bene Maurizio Calvesi nel Catalogo Generale della Grafica: «Le combustioni e i cretti, realizzati sulla carta e con la carta, attraverso magistrali accorgimenti nella fattura della lastra e nella stampa, non sono in realtà combustioni o cretti, ma loro simulazioni perfette con le tecniche dell'acquaforte e dell' acquatinta, talvolta supportate dalla stampa a rilievo su una carta di notevole spessore». Sono "ripetizioni simulate" con cui Alberto Burri rinnova profondamente il panorama della grafica contemporanea. E va infine notato che in Burri l'idea di gruppi di opere riunite in cicli nasce proprio nella grafica, per poi trasmettersi ,molti anni dopo, alla pittura, con un fecondo scambio di sperimentazioni.

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