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IL CUORE DEGLI UOMINI, di Marc Esposito, con Gérard Darmon, Jean-Pierre Darroussin, Bernard Campan, Marc Lavoine, Francia, 2003.

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Due hanno creato insieme una piccola casa editrice, uno insegna educazione fisica, il quarto gestisce un negozio di alimentari. Qualcuno è divorziato, un altro tradisce la moglie di continuo, un altro ancora, all'improvviso, si sente confessare dalla moglie un tradimento che, pur fugacissimo, lo mette in crisi, inducendolo ad andar via di casa. Naturalmente gli altri amici si impegnano a stargli vicino anche se, nel frattempo, finiscono coinvolti anch'essi in vari problemi sentimentali, con nuovi amori e con la possibilità di ricominciare delle vite a due accantonate da tempo. Fino al giorno in cui riusciranno a rimettere in sesto il matrimonio dell'amico con una rimpatriata che li vedrà di nuovo tutti insieme e con donne più o meno legittime (o legittimate) al fianco. Una commedia con sentimenti, un po' in linea con quelle con cui si era imposto nel cinema francese Claude Sautet («Tre amici, le mogli e, affettuosamente, le altre», «Una donna semplice»). L'ha scritta, e poi diretta esordendo nella regia, uno sceneggiatore abbastanza noto, Marc Esposito, che si è anche un po' ingegnato, partendo da personaggi maschili non più giovani, a mostrarci come si comportano oggi venendo a contatto con donne delle nuove generazioni, con mentalità diverse da quelle cui erano stati abituati. Il contrasto però è solo accennato e hanno spazi soprattutto i casi singoli degli uomini, proposti spesso con incisività e con garbo. Ce li propongono degli interpreti bene affiatati tra loro ma poco noti da noi, salvo, forse, Jean Pierre Darrousin, visto di recente in «Riunione di condominio». G. L. R.

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