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di GABRIELLA SASSONE CHI TROVA il Piper e chi cerca Marilyn disperatamente.

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Ne vedremo sicuramente delle belle in questa tornata di alta moda capitolina, ai nastri di partenza domenica 25 all'Auditorium-Parco della Musica. Gattinoni scambia il giorno per la notte, inverte e sovverte tempi e atmosfere. E quale luogo migliore del Piper, lo storico cantinone di Via Tagliamento dove mosse i primi passi Patty Pravo (la maison sta facendo di tutto per averla come ospite d'onore) per ricreare un happening notturno molto glamour, seppur in scena a mezzogiorno del 25. Venticinque gli abiti realizzati da Guillermo Mariotto che a fine defilè lancerà dal palco del Piper una giovane promessa del pop, una cantante italo-americana il cui nome è ancora top-secret. Visiona fanciulle simil-Marilyn Laura Pieralisi: cerca quella adatta per interpretare sulla sua passerella (il 27 all'Auditorium) la famosa scena del film di Billy Wilder «Quando la moglie è in vacanza» dove l'irrestibile Monroe è alle prese con la gonna sollevata dal vento della sotterranea. E sono proprio piccole memorie degli anni Cinquanta quelle impresse sui 12 abiti della Pieralisi che sembrano aspettare solo una folata d'aria per mostrare le gambe di chi li indossa. Virtuosismi di plissettature arricchiscono linee morbide e essenziali di una minicollezione che ha come unico colore una naturale alchimia di rosso e rosa che si tramuta nella tonalità di un geranio. Su un set di un film d'avanguardia si muoveranno le 12 modelle-attrici di Susanna Liso per «Le Tartarughe» che per la performance «Chroma: la magia del colore» prende ispirazione da Oscar Schlemmer della «Bauhaus» ma anche da geniali creatori di moda come Courreges, Pierre Cardin e Saint Laurent. Abiti-sipario si aprono e rivelano il corpo femminile ricoperto da calchi scultorei (una provocazione contro i nudi in passerella): il corpo diventa scultura da esibire, tavolozza di colori. Moda e arte si incontrano: imponenti cappelli dai volumi esasperati, insoliti guanti e scarpe rubate a una ballerina classica. Sono diversi gli stilisti che per le collezioni primavera-estate 2004 guardano ai grandi artisti del passato. Fa ricami preziosi con perline e Swarovski a forma di grattacieli, aerei e auto, ispirati a Jean Michel Basquiat, il guru del graffiti ancora rintracciabili a Soho e nell'East Village, Marco Coretti, il giovane couturier che rivisita, spogliandolo di ogni sovrastruttura, l'archivio storico delle Sorelle Fontana, di cui è il neo direttore artistico. Solo 15 gli abiti (all'hotel Plaza il 28) in georgette, taffetà, crepe di chine, con tagli-scultura e un'unica tonalità, il rosa, anche per stivali e sandali glam, che accenderanno di colore le strade metropolitane. È il «genio dell'impossibile» Antonio Gaudì e le cromie del modernismo catalano ad influenzare Camillo Bona (il 28 all'Auditorium) che plasma i tessuti come pagine di un diario di viaggio. Trenta emozioni da indossare, in lana e lino, rose stilizzate a intarsio, corpini ricamati all'uncinetto e migliaia di bottoni in madreperla di diverse grandezze; gonne che ricordano i pavimenti esagonali dell'architetto-artista catalano. Ad interpretare i sogni di stoffa, tra collane in perle e madreperla, guanti in pelle e cotone, grandi pettini spagnoli sugli austeri chignon realizzati da artigiani madrileni, sarà ancora una volta la veterana delle passerelle Pat Cleveland.

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