Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

CI VOGLIONO dieci minuti di telefonata.

default_image

  • a
  • a
  • a

Passiamo in mezzo alla pura fantascienza: «I miei bilanci e i miei guadagni? Non li conosco». Perfino di fronte alla inevitabile replica («Ma via, un ligure che non sa di soldi...»), lui è pronto alla fantasiosa bugiarda autocelebrazione: «Sono un ligure impressionista!». Sì, l'abbiamo dovuta prendere da lontano, ma alla fine anche Antonio Ricci è capitolato: «ho perso soldi con i bond? Sì, ma non so quali. Beh, come a tanti anche a me hanno rifilato quelle obbligazioni argentine». Eccolo il tallone di Achille del papà di Striscia la Notizia. Anche lui come tanti caduto sul desiderio di fare rendere, a due cifre di interessi, quel tesoretto che fantasia e invenzione gli avevano procurato in questi anni. Anche lui attapirato come centinaia di migliaia di altri poveri risparmiatori. Anche lui un po' incazzato con le banche che così maldestramente avevano gestito la liquidità della società che vende le sue idee, quella Copy spa di cui abbiamo ieri illustrato ogni segreto. «Sono Antonio Ricci, ah ah ah», ridacchiava ieri pomeriggio al telefonino, «beh, avete fatto il vostro lavoro, no? Nulla da dire. Visto che non nascondo i miei guadagni? Tutto pubblico, altro che segreto. Tutto scritto, mica portato in società fantasma in paradisi fiscali». Sì, magari non felicissimo di quelle righe sulla sua adesione al condono tombale di Giulio Tremonti. E pronto a pungere: «perchè voi o il vostro editore non avete fatto il condono? ». Ma la lingua gli si morde all'istante. «Ma no, non tema. Io sono la persona più buona di questo mondo». Solo che si aspetta che noi «per par condicio» facciamo i conti in tasca anche al concorrente, a quel Paolo Bonolis che sembra diventato il suo incubo. Ma che lui rifiuta come incubo: «no, facciamo spettacolo. Per me in fondo è un gioco». C'è una sola cosa, scherzando e rimbrottando, che non va giù al papà di Striscia. L'idea che gli artigli del suo Tapiro amino graffiare obiettivi telecomandati. Prima Fabrizio Del Noce, poi Bonolis. Sempre chi oscura gli interessi di quell'azienda che gli regala piacevoli entrate poi dilapidate dalle banche. «Un esempio diverso? Questa estate Silvio Berlusconi si è arrabbiato per quel video in Sardegna, dove cantava con Apicella». Immagini di un premier in braghe corte e pancetta lunga, l'opposto del look che ama diffondere. «Sì, s'è arrabbiato. E invece Repubblica ha scritto che quella cassetta ce l'aveva mandata il premier per farsi pubblicità». Mai dirlo di Ricci, «l'uomo più buono del mondo». Ne sa qualcosa Ezio Mauro da Dronero, il direttore di Repubblica. Finito nel mirino di Striscia come un Bonolis qualsiasi... F. B.

Dai blog