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In libreria come a un happening

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Così nel nuovo millennio scopriamo che le librerie sono una specie in via di estinzione e stanno per cedere il passo ai luccicanti megastore: piu grandi, più invitanti, più belli e dove, soprattutto, si possono incontrare i protagonisti della cultura. È una rivoluzione ormai consumata: la rinascita dell'incontro personale, della stretta di mano, del conoscersi. Nell'era delle e-mail, dei videotelefoni cellulari e delle conferenze telematiche, poter scambiare due parole a quattr'occhi non solo non ha perduto valore, anzi, ne ha acquistato tantissimo. E questo non vale solo per gli affari e per il privato, ma anche, e soprattutto, nel mondo della cultura dove l'incontro è diventato un privilegio, una ricchezza. Poter incontrare l'autore di un libro letto o da leggere, stringere la mano a un musicista o poterlo ascoltare mentre accorda il suo strumento e farsi fare due parole di dedica sull'ultimo cd è divenuto un rito magico. E come tutti i riti anche questi hanno i loro templi. Una volta si chiamavano librerie, dove si andava, oltre che a scegliere il libro, qualche rara volta, anche a conoscere l'autore preferito. Ci si metteva tutti in fila, con il volume tra le mani, si attendeva. Giunto il proprio turno l'autore chiedeva: «A chi la dedica?». Si rispondeva sottovoce: «Mario», «Elvira», «Massimiliano» e si andava via soddisfatti con quel piccolo tesoro. Era la preistoria di una nuova religione. Oggi i riti sono complessi e per celebrarli sono nati i «megastore». Il primo via lo hanno dato le librerie più grandi con incontri più frequenti: storico l'impegno della Feltrinelli. Nei Novanta hanno dato nuovo impulso i primi «centri multimediali» come, a Roma, Messaggerie Musicali di via del Corso. Si poteva acquistare un disco, una rivista, un libro. Poi ogni tanto un incontro con il divo del momento, tanto per strappare un autografo. A Roma poi è arrivato anche il Mondadori Multicenter di Fontana di Trevi (dicembre 2002) che ha seguito esperienze analoghe a Padova, Milano e Vimercate e ha anticipato quella di Torino (marzo 2003). Qui il nuovo tempio della cultura trova una fisionomia articolata su diversi piani, con la centralità del libro e attraenti divinità collaterali: i film su dvd, programmi per computer, oggetti elettronici. E ai banchi della vendita si aggiunge quello del caffè, in ossequio alla tradizione mitteleuropea. Nei megastore la cultura non solo si compra, ma si consuma, si gusta, si confronta. Cultura può essere anche un buon cioccolato caldo aromatizzato all'arancia leggendo una novella di Charles Dickens in compagnia di amici. E poi ci sono gli incontri con romanzieri, saggisti, musicisti, critici. E a Roma fa la parte del leone il nuovo Megastore Feltrinelli aperto nella Galleria Colonna da poco rinnovata. Tre piani zeppi di libri, riviste, musica, film, videogame e tutto quanto fa cultura. Sul piano degli incontri «la Feltrinelli in Galleria Colonna» rilancia ed esagera: a gennaio, partendo da oggi, una raffica di incontri, praticamente uno al giorno. Ma non basta, appuntamenti anche negli altri centri: nello storico di via del Babuino e poi in largo di Torre Argentina e in via Orlando, vicino a piazza della Repubblica. L'obiettivo? «Fidelizzare il cliente - rispondono da "la Feltrinelli" con un termine caro alla new economy - creando degli appuntamenti fissi». Al momento gli incontri-base sono due: la domenica mattina a largo Argentina per le famiglie con i bambini e sempre la domenica mattina alla Galleria Colonna con aperitivo e musica per i giovani. Ci sono ovviamente dei fini promozionali: è importante non dimenticare che si possono fare utili con la buona cultura, ma c'è anche la voglia di mantenere la tradizione delle librerie Feltrinelli che da anni fanno da «ponte» tra gli autori e chi gode delle loro realizzazioni. «La libreria è cambiata - spiega Carlo Ponticelli, storico direttore delle librerie romane della Feltrinelli - È diventata di

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