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di MARINA CEPEDA FUENTES LA PRIMA festa dell'Epifania nacque in Oriente, verso l'anno 130, fra ...

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Poi la festa venne adottata dalle Chiese orientali trasformandosi nella quadruplice celebrazione della nascita del Cristo, dell'adorazione dei Magi, del suo battesimo e del primo miracolo a Cana. Infine verso il V secolo si diffuse a Roma dove si ricordava non la nascita di Gesù, fissata al 25 dicembre, ma l'adorazione dei Magi cui si unì inizialmente anche il battesimo di Gesù, spostato oggi alla prima domenica dopo l'Epifania, e il miracolo a Cana. Gli Orientali chiamavano l'Epifania anche eort ton photon, ovvero «festa delle luci»: simbolo di questa Luce divina è la stella cometa che guida i Magi e si ferma sulla grotta di Betlemme. Perciò a Tarcento, in provincia di Udine, si celebra l'Epifania con una cerimonia originale, dalle reminiscenze di antichi riti precristiani: la «festa del pignarul», cataste di tronchi e arbusti preparati sulla cima delle colline e delle montagne che s'accendono nella notte del 5 gennaio per illuminare l'arrivo dei Magi e che alludono alla stella cometa. Stella che è la protagonista di altre feste non soltanto nel Friuli ma anche nel Veneto e nella Lombardia. Ad esempio, nella friulana «Questua dei Tre Re» tre persone mascherate da Magi vanno di casa in casa portando in mano una rudimentale stella di carta, generalmente illuminata da una candela. Entrati in una casa, intonano una canzoncina augurale che narra il faticoso viaggio dei Magi e si conclude con il ringraziamento per chi offre qualche dono. A Treviso Bresciano una grande stella illuminata campeggia su un carro agricolo che, trainato da buoi e seguito da Magi, cantori e musicanti, fa il giro di tutto il paese soffermandosi davanti a ogni casa e intonando il canto della stella al suono di fisarmoniche, chitarre e mandolini. A Sabbio Chiese, in provincia di Brescia, è invece un cantore a reggere con un'asta una stella di carta illuminata dall'interno e che talvolta contiene un minuscolo presepe di carta: anche qui si esegue il «canto della stella» per le vie del paese. Anche a Milano arriva il Corteo dei Re Magi dal 1972 riprendendo un'antica tradizione ambrosiana, che risale al 1336 quando per la prima volta la processione sfilò da piazza del Duomo alla basilica di Sant'Eustorgio dove si conserva un colossale sarcofago tardo-romano che fino al 1161 conteneva le supposte reliquie dei Re Magi. Sant'Eustorgio I, nono vescovo di Milano, morto nel 355, le aveva ottenute dall'imperatore Costante durante un suo viaggio a Costantinopoli. Nella capitale dell'Impero erano arrivate secondo la leggenda grazie a sant'Elena, la madre di Costantino, che durante un suo soggiorno in Oriente era riuscita a procurarsi i corpi dei re Magi e li aveva sistemati in un monumento costruito appositamente in Santa Sofia. Ma nel 1164 Federico Barbarossa, dopo avere conquistato Milano, fece trasferire le reliquie dei Magi a Colonia dove si trovano tuttora nella cattedrale gotica. Otto secoli dopo, nel 1903, il cardinale Andrea Ferrari riuscì a ottenere da Colonia alcune reliquie che vennero sistemate a Sant'Eustorgio, in un'urna custodita nella cappella dei Magi. Non possiamo però dimenticare che la notte del 5 gennaio in Italia non arriveranno soltanto i Re Magi ma soprattutto la misteriosa Befana: la vecchietta a cavallo della scopa che porta regalini ai bimbi buoni e del carbone ai capricciosi. Il suo nome deriva dal latino Epifania, il quale diventa dapprima Pifania, poi Befana e infine Befana. Come scrive Alfredo Cattabiani nel «Calendario» ora ripubblicato dalla Mondadori, si tratta di un tentativo evidente di cristianizzare un misterioso e inquietante personaggio che in realtà è una figura pagana rimasta nelle tradizioni italiane: la Madre Natura che assume le sembianze di una vecchia e benevola strega a cavallo di una scopa e ha tanti nomi. È detta ad esempio la Vecchia a Pavia, la Pifanie a Lario Orientale, la Vecia o la Stria a Mantova, Padova , Treviso e Verona, la Pasquetta a Leg

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