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Vanessa da cieca italiana a hostess spagnola «Sono pronta a non far rimpiangere la Hunziker in Zelig. Di Bisio ammiro la riservatezza»

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Con il suo bel volto punteggiato di lentiggini e una cascata di riccioli bruni dai riflessi ramati, era la testimonial perfetta per l'ultimo modello di telefonino. Quindi ha incantato il pubblico cinematografico impersonando una giovane non vedente nel romantico film di Pupi Avati «Il cuore altrove» e adesso Vanessa Incontrada, che ha appena finito di girare un'altra pellicola - «Da nessuna parte» di Marco Ponti, - si appresta a tornare sul piccolo schermo come conduttrice di «Zelig», la fortunata trasmissione nella quale sostituirà la bionda Michelle Hunziker al fianco di Claudio Bisio. Una ricca messe di successi per la vivace e simpatica attrice e modella spagnola, che ho incontrato a Milano. Signora Incontrada, lei ha lavorato per la radio, per la pubblicità, per la televisione e per il cinema. Quale di questi mondi preferisce? «Ognuno di essi ha il suo fascino. La radio è un'esperienza esaltante; ogni sabato sera, su RTL 102,5 conduco "Protagonisti", un viaggio attraverso la musica e l'attualità. Recitare in uno spot pubblicitario, invece, è come girare un film brevissimo. Anche la televisione, però, può offrire occasioni interessanti: da febbraio, ad esempio, condurrò "Zelig Circus" con Claudio Bisio su Canale 5. Un'eredità molto impegnativa ma ce la metterò tutta per non far rimpiangere la Hunziker ai telespettatori. Ho incontrato Bisio una volta sola, ma ho subito capito che è esattamente come me lo immaginavo, con una particolarità in più: la riservatezza, una dote che apprezzo molto. Quanto al successo ottenuto al cinema con "Il cuore altrove", credo di essere stata fortunata a incontrare un regista come Pupi Avati». Madre spagnola, papà italiano. Dove si sente più a suo agio, a Barcellona o a Milano? «Adoro entrambe le città, e mi è impossibile separarle nel mio cuore. Da quando lavoro in Italia, Barcellona è diventata per me sinonimo di vacanza, di luogo in cui rivedere i miei genitori. Milano, invece, è la mia casa abituale. È una città dinamica, efficiente, aperta. Dagli spagnoli credo di aver preso la spontaneità nei rapporti con gli altri, anche se sono degli sconosciuti. A Barcellona sono nata e ho frequentato le scuole superiori, perciò la amo molto. In Italia, invece, ho passato gli anni delle elementari a Follonica: lì ho lasciato la mia infanzia e ci torno sempre volentieri. Quello che mi succede è che quando sono in Italia ho un po' di nostalgia per della Spagna, e quando sono in Spagna, ho nostalgia dell'Italia. Ma penso che sia normale». Da piccola sognava di lavorare nel mondo dello spettacolo? «Tutt'altro, volevo diventare una giornalista. Mi avevano regalato un registratore, e costringevo mia sorella a farsi intervistare, interpretando ogni volta un personaggio diverso. Poi, crescendo, il sogno si è spostato verso la psicologia infantile. Un progetto che è rimasto nel cassetto». Che cosa rappresenta per lei Pupi Avati? «Una delle persone più importanti della mia vita. Non solo perché mi ha scelta come protagonista del suo film, ma per quello che mi ha insegnato e fatto scoprire, anche di me stessa. Ammiro la sua intelligenza, il suo modo di essere, la sua profonda umanità». Ha appena finito di girare un altro film, Da nessuna parte di Marco Ponti. Ci anticiperebbe qualcosa? «È una commedia brillante che narra la storia di una rapina, di un gruppo di amici pronti a rischiare tutto, dove interpreto la parte di una hostess spagnola. Ma soprattutto è la storia di un incontro fatale, che cambierà le vite dei due protagonisti. Ponti è una persona garbata, sensibile e intelligente». Cosa fa quando è lontana da set cinematografici o studi televisivi? «Leggo, ascolto musica, vado ai concerti e al cinema. Conduco una vita movimentata, perciò appena posso mi godo la mia casa, i miei affetti, e Potter, il mio gatto. Ma mi piace anche mangiare: sarei pronta a dare il mio regno per un tiramisù!».

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