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Salemme sulle tracce di Totò eunuco

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IN «Truman Show» Jim Carrey viveva da anni, senza saperlo, in una città che, in realtà, era il set di una trasmissione televisiva in cui tutti, salvo lui, vi recitavano una parte. Nel «Turco napoletano» Totò, scambiato per un eunuco, veniva incaricato da un marito di far da guardiano alla moglie di cui era gelosissimo. Oggi Vincenzo Salemme, arrivato al suo quinto film, si rifà a quei modelli ribaltandone però certi schemi. Antonio, infatti, il suo nuovo personaggio, vittima di una truffa, crede di esser stato chiamato a partecipare a uno spettacolo televisivo che invece è vita d'ogni giorno e in cui, dovendosi fingere omosessuale anziché eunuco, si vede incaricato con fiducia da un boss della sorveglianza di un'amante di cui è furiosamente geloso. Con le conseguenze che si possono immaginare quando Antonio, ricambiato, si innamorerà della donna. Siamo, come sempre in Salemme, alla farsa. Fitta di equivoci, attraversata da situazioni al limite del bizzarro in cui, in primo piano, c'è sempre quel personaggio convinto di dover continuare a fingere quello che non è e circondato da gente che, anziché reale, ritiene che stia fingendo e recitando esattamente come lui. Con qualche malinteso portato avanti da Salemme con tutta l'ambiguità e la furbizia necessarie, privilegiando però, sia nella costruzione narrativa sia, poi, nella sua rappresentazione, l'eccesso e il chiasso. Specie quando, agli attori di cui, come di consueto, si è circondato, chiede una recitazione tutta sopra le righe, nella convinzione, non sempre fondata, che così divertano di più. In compenso lui è il più equilibrato, di fronte a Claudio Amendola che, come boss geloso, riesce a proporsi in modo plausibile. Al personaggio femminile dà volto la bella Alena Seredova, un'attrice cecoslovacca fatta conoscere qui da noi da una trasmissione televisiva condotta da Giorgio Panariello, «Torno sabato-La Lotteria».

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