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«PADRINI»

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La mafia non è il deliquente ma un potere sottotraccia

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È una cultura. Uno Stato alternativo. Se non la si distrugge, se si allarga il fronte dei punti di contatto, si corre sempre il rischio che sia lei a impadronirsi dello Stato legale. Restando invisibile, naturalmente, per poter proseguire nei suoi affari». Un'invisibilità nella quale Roberto Olla indaga col mestiere e la passione del giornalista-storico. Un viaggio attraverso quel fenomeno che in un solo nome assomma un universo clandestino che dalla Sicilia, sull'onda migratoria di fine '800, ha attecchito negli Stati Uniti, ramificandosi lì dove il flusso di danaro consentiva di deviare rivoli consistenti nei canali della criminalità. Una vicenda in controluce, quella disegnata dalla penna di Olla, che abbina il rigore del ricercatore storico alla capacità divulgativa, con il linguaggio chiaro e coinvolgente di «Padrini - Alla ricerca del dna di Cosa Nostra». L'anima dell'anti-Stato si innesta nel brodo di coltura socio-culturale della Sicilia per poi raggiungere con le sue propaggini i gangli del potere, in Italia e all'estero, autolegittimandosi con regole e rituali, codici e comportamenti che si muovono sotto la linea di galleggiamento del sistema del diritto, si immergono quando la Legge porta avanti le sue offensive, tornano in superficie al momento propizio. «Ai tempi di don Vito Cascio Ferro, i poliziotti credevano di dover cercare nei bassifondi del crimine i delinquenti a cui davano la caccia. Invece i mafiosi appartenevano al mondo di sopra. Dal mondo di sotto andavano e venivano come e quando volevano, inseguendo gli affari». Dal "pizzo" della Mano nera al racket organizzato, dalla scalata al potere sul territorio a quello politico nella macchina dello Stato, Olla ricrea le atmosfere cupe e ovattate in cui bastano un cenno, una frase detta o non detta, per decidere della vita di un uomo, di un affare, del destino di uno Stato. I padrini sono disegnati come semidei che temono solo i loro simili, e le teste dell'Idra mafiosa con la capacità di rigenerarsi anche quando sembra che la perversa creatura sia stata stroncata. Nel libro di Olla scorre più di un secolo di storia, scandito da boss entrati nell'immaginario collettivo come Al Capone, Joe Bonanno, Joe Adonis, Vito Genovese, Carlo Gambino, John Gotti, Lucky Luciano, Sam Giancana, Totò Riina; da personaggi discussi come Frank Sinatra; da fieri nemici della Mafia che hanno pagato con la vita il loro impegno come il superpoliziotto Joe Petrosino e i giudici Giovanni Falcone a Paolo Borsellino. In mezzo, un mondo retto da un sistema criminale di cui è stata negato addirittura l'esistenza e che le circostanze, frutto di ignoranza o di calcolo spregiudicato, hanno persino provato a inzuccherare di mito romantico. Nel dna di Cosa Nostra c'è anche questo. Roberto Olla, Padrini Oscar Mondadori 262 pagine, 8.80 euro

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