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L'Abruzzo nell'inverno del 1943 è teatro di snervanti e sanguinose battaglie di sfondamento della Linea ...

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La conformazione stessa del terreno aveva convinto i tedeschi a combattere in uno scenario che sembrava disegnato apposta per la difesa. Le cime montuose dell'interno in inverno sono impraticabili e la costa è intervallata da una serie di fiumi di largo alveo, con terrapieni naturali, che si ingrossano notevolmente con le piogge e con lo scioglimento della neve, e sistematicamente rompono gli argini. Poche le vie di comunicazione sulla costa, chiuse da centri abitati che ne fanno colli di bottiglia, dove necessariamente devono instradarsi i mezzi corazzati di un esercito moderno. Il freddo e il maltempo, poi, giocano a favore di chi si difende. Qui si combatte come nel 1914, con perdite elevate e risultati modesti; qui si riscoprono i muli, e a migliaia saranno fatti arrivare da tutto il mondo per portare i rifornimenti lungo i sentieri alle truppe alleate e a quelle tedesche. Churchill stigmatizzerà i pochi progressi in Italia con parole taglienti, ma è un giudizio ingeneroso. Il fronte ristagna nove mesi e la regione ne esce martoriata. Un cinegiornale britannico del 1944 non a caso è intitolato «Abruzzo devastato». Mar. Pat.

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