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Condannato ad ascoltare Bocelli

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NEW YORK

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A Daniel Anderson, l'imputato, è stato imposto di ascoltare un paio d'ore dell'opera «La Boheme» di Puccini per evitare il processo o pagare una multa di 456 dollari. Il barbiere di South Beach, assieme ad altri quattro disturba-prossimo, sono stati quindi chiusi in un salone del tribunale con il cd dell'opera registrata dal tenore italiano alla presenza del magistrato Jeffrey Swarts, un patito della lirica. «È un contrappasso adeguato: loro impongono la loro musica al prossimo, io impongo loro la mia», ha spiegato il giudice intimando ai cinque convitti le regole del gioco: «Nessuno dorma, nè parli, nè accenda il cellulare». E loro sono rimasti seduti buoni buoni fino alla fine. Anderson, originario della Jamaica, non aveva mai ascoltato un'opera prima di allora: «Sono state due ore interessanti», ha commentato: «Sono aperto a qualsiasi tipo di musica». Morale della favola: la musica operistica, come quella della «Bohème» pucciniana è un'occasione di pathos e di estasi sublime. Ma se è cantata da Bocellki diviene per l'ascoltatore una punizione intollerabile.

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