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«SOPRAVVISSUTO A CEFALONIA»

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La testimonianza di Mariano Barletta sull'annientamento della divisione «Acqui»

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Capitano di lungo corso, richiamato in Marina, l'autore venne destinato a Cefalonia, mai immaginando a quale tragedia stava andando incontro. Il fatto che l'eccidio di Cefalonia sia stato reinserito, dopo anni di oblìo, tra gli episodi più significativi di quel periodo, non ha chiarito completamente le responsabilità: non quelle, acclarate, dei tedeschi e del generale Lanz (della Wehrmacht, non delle SS), ma del Comando Supremo e degli Alleati. Il generale Antonio Gandin venne lasciato solo, e nessuno mosse un dito. Meno che mai Badoglio, che soltanto il 13 ottobre 1943 dichiarò guerra alla Germania. Per ordine di Hitler, i militari italiani furono considerati alla stregua di «franchi tiratori», di «fuori legge», anche se in divisa. Al rifiuto di consegnare le armi, seguirono i combattimenti e gli aerei tedeschi di base in Grecia imperversarono sull'isola: il 22 settembre, era tutto finito. E iniziò la mattanza. Nonostante la loro superiorità aeronavale, gli Alleati, gli inglesi in particolare, non intervennero per dare man forte al presidio italiano. Il racconto di Mariano Barletta è la cronaca di quei giorni, vissuti nel terrore di essere riacciuffato e di condividere l'atroce destino di migliaia di commilitoni. I greci, uomini e donne, aiutarono, nei limiti del possibile, gli scampati, fino a quando i tedeschi rifluirono verso nord, ritirandosi dall'intero settore. Raramente, una divisione venne letteralmente annientata, come la «Acqui» (ma non bisogna dimenticare anche i militari delle altre forze armate, come è il caso dell'autore). Caddero nei combattimenti 65 ufficiali e 1.200 soldati; 155 ufficiali e 4.700 soldati furono passati per le armi; fra il 24 e il 28 settembre, vennero giustiziati il generale Gandin, altri 193 ufficiali e 17 marinai. Ma non era finita: 1.370 militari perirono su navi, cariche di prigionieri, saltate in aria sulle mine. Quando, lacero e misero, l'autore si ripresentò a Taranto, l'ufficiale che lo interrogava, contrariato, osservò: «Chi sa che dirà l'ammiraglio...». Era veramente tornato in Italia! Mariano Barletta «Sopravvissuto a Cefalonia» Mursia, 324 pagine 17.30 euro

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