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Dalla foglia di fico al boxer, l'intimo maschile in un libro

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«Slip o boxer - L'uomo segreto» scritto dalla giornalista e storica del costume Mara Parmegiani (che sarà presentato il 4 dicembre al Gilda di Roma) è un divertente percorso, ricco di aneddoti e curiosità dalla biblica foglia di fico di Adamo e attraverso 7 mila anni di storia delle mutande maschili. La studiosa ha approfondito l'evoluzione dell'intimo maschile che in certe epoche ha assunto un significato emblematico. Una storia di perizoma e mutandoni che nel tempo «hanno l'assetto». Mara Parmegiani riesce a svelare con grazia i piccoli segreti, la sessualità e le problematiche celate dietro questo piccolo triangolo di stoffa. Tutto prese le mosse quando Eva, in cerca di altri paradisi, offrì ad Adamo il frutto proibito. Racconta la Genesi che non appena Adamo ed Eva ebbero gustato il frutto dell'albero della conoscenza, si accorsero di essere nudi. Per vergogna e per coprirsi scelsero la foglia di fico che è l'antenata di quell'ultimo velo messo a protezione delle zone più sacre, riscatta l'insolenza della nudità, del peccato, della fragilità umana. Le mutande, che pure non si vedono, hanno sempre goduto dell'attenzione della moda. Rappresentano uno squarcio sulla cultura di ogni epoca seguendo, insieme all'abito, l'evoluzione del costume. Alludono chiaramente alla sessualità, ne condividono i tabù e i fascini. Compagne fedeli di tutta una vita, ultima barriera prima del suo compiersi, possono rappresentare finta pudicizia o aggressiva esibizione. La moda della brachetta ostentata, spesso imbottita, prominente e colorata, ornata di nastri e pietre preziose, rimase in voga fino alla fine del '500, abbinata a quella dalla foggia «a spicchio di melone», che prevedeva calzoni corti alla coscia, confezionati con strisce dalle quali uscivano sbuffi di fodera bianca. Gli uomini di allora, impegnati a gareggiare anche nell'esibizionismo più spicciolo, trovarono il modo di procurarsi facili conquiste sistemando nel punto giusto imbottiture per una virilità «da ottima figura». Il culmine? Lo slip di metallo dell'armatura di Enrico VIII (1491/1547), in mostra alla torre di Londra che, alla stregua del piede di San Pietro, portava bene «toccare». Pare che sia stato necessario riparare questo suggestivo slip perchè alcune visitatrici hanno tentato addirittura di portarselo via. Si diceva infatti che la virilità del Re generava sicurezza e benessere. Bastava una «palpatina». Amico, amante o marito sempre più spesso diventavano oggetti di regali di slip o boxer port-bonheur, divertenti, firmati, allusivi di una virilità più parlata che concreta. Al giorno d'oggi una cosa è certa, i nuovi trend suggeriscono slip in microfibra, boxer con la gamba più lunga e più larga, gambe abbronzate e non depilate. Per gli amanti delle griffe è chic il marchio sull'elastico dello slip che si intravede dai pantaloni a vita bassa. Gli anni '80 lanciarono l'intimo maschile alla conquista del mercato. L'uomo aveva scoperto il piacere d'indossare belle mutande. L'aumentata sensibilità per gli indumenti intimi ha portato in auge il classico slip, i boxer stampati e colorati. Li compra in scatolette, come le palle da golf. Griffati come i tanga di Gucci con la «G» di metallo sopra le natiche; li adora imbottiti per una maggiore virilità, come quelli di Valentino, battezzati Olympia, con pieghe e rigonfiamenti vari. Infine è di moda il vintage. Sono diventate mutande d'oro quelle indossate da John Kennedy nel 1942. Ingiallite quanto basta proprio lì, sono state vendute all'asta su Internet per 5mila dollari. Calvin Klein ha scelto come testimonial Travis Rimmel con il corpo che non lascia niente alla fantasia di chi guarda. Apparso sui poster nelle strade di mezzo mondo ha provocato serpentoni di automobili, guidatrici a rischio e sogni proibiti. Febbre patriottica dopo l'attentato alle due torri, con i boxer realizzati nei colori della bandiera americana, con le iniziali di New York e il cuore, messi in vendita dallo stilista Tommy Hilfiger. Anche se di

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