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Michel Faber, olandese di nascita, classe 1960, è cresciuto in Australia, e dal 1993 vive in una vecchia ...

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Ha vinto il premio Saltire nel 1999 con la sua silloge di racconti, «Some Rain Must, Fall», come dire «Un po' di pioggia deve cadere», mentre un romanzo d'esordio, dal titolo che occhieggia il grande Sinatra, «Under the Skin», è stato per due anni candidato al Whitebread Prize, un testo in bilico tra fantascienza un po' galattica, e la satira ai confini dell'osceno della protagonista Isserley, pettegola e volubile quanto basta per soddisfare il palato di Faber. Ma la storia vera di Michel è tutta ancora da scrivere, sarà di certo costretto a raccontarla, dopo il successo, questo sì galattico, di questo romanzo-fiume. E postmoderno: e se andiamo a leggere sulla Garzantina cosa vuol dire postmoderno, ecco che le risposte ci sono tutte: «atteggiamento generale della cultura contemporanea che considera inaccettabili le ideologie e le certezze proprie della modernità e legittima in sede espressiva la mescolanza e la contaminazione». Okey. Il pranzo è servito. W. M.

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