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Doppio Bonacelli si esalta con Feydeau

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Marco Bernardi l'ha ambientata nei nostri anni Settanta-Ottanta per l'apertura dello Stabile di Bolzano nel modernissimo Teatro Comunale o Stadtheater Bozen, che divide nel giusto condominio linguistico con la programmazione tedesca. La pièce di Feydeau porta in primo piano una moglie che si lamenta del marito, anzi lo sospetta di avere un'amante e gli spedisce, tramite un'amica, una lettera anonima dandogli un appuntamento nel compiacente albergo del «Micio spasimante» per constatarne l'infedeltà. Qui vede o crede di vedere suo marito Chandebise nei panni di un cameriere, che altri non è che Poche, il vero inserviente dell'albergo, un sosia perfetto. Da qui una girandola di situazioni, equivoci e battute irresistibili. Un Feydeau ricco, giocato allo spasimo da ottimi interpreti che dimostra di non temere l'usura del tempo, di far ridere in maniera mai banale, senza volgarità o doppi sensi (come avviene in Tv), ma attraverso situazioni paradossali di una vicenda drammatica nella sua eterna comicità: mette in scena la vita, quella di ieri, non molto dissimile da quella di oggi. Ed in questo ha successo la figura di Paolo Bonacelli, uno degli attori più personali del nostro teatro, il quale ripropone l'improvvisazione dei comici dell'arte con la sua sorniona interpretazione del doppio ruolo, il borghese Chandebise e il proletario Poche. Patrizia Milani e Carlo Simoni dividono con lui il successo di questa prima, nella quale vanno evidenziate le prove di tutti gli attori, soprattutto quelle del dottore di Alvise Battain, del Camillo di Roberto Tesconi, della spumeggiante amica di Gianna Coletti. Un allestimento che ha raccolto applausi a scena aperta, con un pubblico entusiasta che alla fine ha richiamato al proscenio anche il regista Bernardi. Dopo Bolzano Bonacelli e c. porteranno il loro Feydeau in una lunga tournée nei maggiori teatri italiani.

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