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In un film tutto Gardini dalla chimica al Moro

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Andrea Purgatori e Mattia Feltri gli sceneggiatori. «Figura che merita una rivisitazione storica»

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L'idea del film è stata di Sandro Silvestri che ne è il produttore. Attualmente si è dato il via al progetto con la prima fase della stesura della sceneggiatura scritta, a quattro mani, da due giornalisti, Andrea Purgatori e Mattia Feltri, autori anche del soggetto. Purgatori, che ha già sceneggiato in passato pellicole come «Il muro di gomma», sul disastro di Ustica e per la Tv ha firmato fiction ispirate all'attualità, spiega la necessità di rivisitare uno dei casi più eclatanti di Tangentopoli a dieci anni dalla scomparsa di Raul Gardini il cui coinvolgimento avvenne alla fine del 1992 nell'inchiesta su una maxi tangente pagata per rivendere allo Stato le azioni dell'Enimont. Nel film verrà sottolineato come, in realtà, la prima tangente venne pagata subito dopo che Gardini non ricopriva più nessuno degli incarichi. Quali sono, Purgatori, le motivazioni che l'hanno spinta ad accettare un incarico così delicato, dato che un film su Gardini implica un confronto con verità ancora scottanti? «La figura di Gardini merita una rivisitazione soprattutto per le intuizioni avute nei settori della chimica e dell'agricoltura industriale. La sua visione ed i progetti a cui puntava nel polo agroalimentare spaziavano a livello internazionale. Noi, nel film, racconteremo tutta la vita di Gardini, partendo dall'infanzia e dalla gioventù, svelando i suoi sogni, gli ideali, le idee in cui appassionatamente credeva l'uomo che di se stesso diceva "io sono la chimica". Mostreremo il suo matrimonio con Idina Ferruzzi e la nascita dei tre figli, due femmine ed un maschio. Soffermandoci, successivamente, sulla parabola professionale del personaggio che tocca l'apice della notorietà alla fine degli anni '80, ricorderemo come una copertina del Time dell'epoca, indicava in Gardini, De Benedetti, Berlusconi ed Agnelli i quattro moschettieri dell'era moderna. Poi ne documenteremo il tragico crollo». Quale criterio di scelta adotterete per districarvi nella imponente mole di documenti processuali? «La nostra sarà la visione attenta e professionale di due giornalisti che hanno seguito da vicino la vicenda in un periodo molto drammatico durante il quale arresti e suicidi focalizzavano, quasi quotidianamente, l'attenzione dei mass media. Stiamo analizzando tutto il materiale disponibile, alternando il lavoro di archivio al confronto con coloro che a Gardini sono stati vicini, in piena concordanza di vedute». Quale spazio darete all'avventura del Moro di Venezia che a maggio del '92 avvicinò gli italiani alla vela? «Sarà uno dei capisaldi del nostro racconto cinematografico. Gardini amava quella barca, aveva per il Moro grandi ed entusiasmanti progetti. Racconteremo come, alla vigilia della gara finale, nel '92, volesse apportare delle modifiche all'imbarcazione, ma la Montedison non gli concesse la copertura economica. Sveleremo anche quanto si fosse battuto affinché gli fosse finanziata la Coppa America».

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