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Matita & cinema: disegni per Fellini, Altman, Polanski. E ora Lucrezia Borgia con Jodorowski

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Le celebri donnine maliziose, le ammalianti pin-up di Milo Manara hanno, dunque, ottenuto il dibattuto titolo di opera d'arte che i numerosi estimatori del famoso disegnatore veronese reclamano da anni, e che i suoi detrattori gli negano, assimilando alle tentazioni della pornografia le sue storie illustrate che, comunque, continuano a essere pubblicate in mezzo mondo. Le illustrazioni di Manara che compaiono nella mostra dedicata a Federico Fellini, attualmente ospitata al Museo di Roma in Trastevere, subito dopo si trasferiranno con l'intera esposizione al Guggenheim di New York e più avanti ritorneranno in Europa per un tour nei musei delle principali capitali. Manara, la collaborazione professionale che aveva con Fellini (ha disegnato i manifesti di numerosi film del grande maestro: «L'Intervista», l'episodio di «Boccaccio '70», «Ginger e Fred», «La voce della luna», eccetera) si era trasformata in un'amicizia complice. Che cosa vi ha accomunato tanto saldamente? «Con Fellini abbiamo avuto varie cose in comune, ma soprattutto la nostra intesa era basata sul fatto che anche Federico era un disegnatore, e molto bravo. Conservo ancora gelosamente, con la devozione che si deve a una reliquia, i disegni che Fellini faceva sui tovaglioli, quando andavamo assieme al ristorante. Io ho anche disegnato due sceneggiature di Fellini, "Viaggio a Tulum" e "Il viaggio di G. Mastorna", in cui compaiono, disegnati da me, Mastroianni e Villaggio, oltre al grande regista e amico. Inoltre, entrambi avevamo un culto particolare per i sogni, che consideravamo più importanti della realtà». «Mastorna» è stato più volte sul punto di diventare un film. Si mormora, però, che per scaramanzia Fellini non l'abbia mai voluto girare. «È vero. Il mago Roll, di Torino, aveva predetto a Federico che sarebbe morto subito dopo la realizzazione di quel film. E Fellini, che era molto superstizioso, non lo girò mai, si limitò a diluirlo qua e là negli altri suoi film. Poi, mi chiese di illustrargli la sceneggiatura e, purtroppo, ci lasciò poco dopo che ebbi completato la storia di "G. Mastorna». La profezia di quel mago si rivelò implacabile». Fellini, non è stato il solo regista con cui lei ha collaborato. Da Altman ad Almodovar, da Polanski a Jodorowsky, sono stati parecchi i cineasti che l'hanno cercata. «Di Altman ho disegnato il manifesto della "Fortuna di Cookie"; con Almodovar ho realizzato il fumetto "Le feu aux entrailles" (Il fuoco nelle viscere); con Luc Bresson ho collaborato a un paio di spot di Chanel 5, ho fatto gli storybord, fra cui quello con Cappuccetto rosso. Con Polanski sono quasi dieci anni che progettiamo di portare sullo schermo con la sua regia l'animazione del mio volume "Il Gioco" che al cinema diventerà "The Clik". È stato il fumetto che mi ha dato il primo grande successo come disegnatore erotico: una donna della buona società, assai attraente, ma assolutamente inaccessibile, moralista e bacchettona, si trasforma in una ninfomane inarrestabile quando, a sua insaputa, un corteggiatore respinto aziona (appunto fa clik) la leva di una misteriosa scatoletta. È una storia sulle pulsioni sessuali represse che, quando si liberano, si comportano come una belva scatenata, incontrollabile». E con il regista della «Montagna Sacra» e di «El Topo», fondatore con Topor e Arrabal del Movimento Panico, che cosa sta preparando? «Con Alejandro Jodorowsky stiamo preparando una saga sui Borgia. Sarà un lungo racconto, diviso in 5-6 volumi di 50 pagine ciascuno. Mi ha appena consegnato la prima sceneggiatura, non ho ancora disegnato nulla, ma ci sto pensando moltissimo e presto incomincerò a lavorarci». E come sarà Lucrezia Borgia, sexy e spietata? «Guardi, conoscendomi, ma anche conoscendo Jodorowsky, credo proprio di sì. Il primo libro partirà dal capostipite dei Borgia che poi diventerà il papa Alessandro Settimo, genitore

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