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Riservatezza della vita e moralità dell'arte

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Il padre, pur di razza bianca, rinunciò al suo impiego governativo per le posizioni di dissenso verso la politica dell'apartheid, e J. M. Coetzee continuò a coltivare questi sentimenti antimperialisti. Romanziere, critico letterario e saggista, ha vinto numerosi premi letterari: per tre volte il Cna (il principale riconoscimento nel suo paese), il Prix Etranger Femina, il Jerusalem Prize, l'Irish Times International Fiction Prize ed è stato l'unico scrittore ad aggiudicarsi per due volte il prestigioso Booker Prize. Tra i libri editi in Italia spicca «Deserto (1993)», in realtà la sua prima pubblicazione, risalendo la versione originale al 1974: vi svolge un parallelo tra il comportamento degli americani in Vietnam e dei boeri in Sudafrica. «Foe» (1987) è una variante del Robinson Crusoe di Defoe. Il carattere riservato di Coetzee, accentuato da difficili vicende familiari, è diventato quasi proverbiale. Conduce un'esistenza con un'autodisciplina rigorosa e solitaria: non beve, non fuma, è vegetariano e pare che nelle occasioni di vita sociale parli e rida pochissimo. Non è un caso il rifiuto, in entrambe le occasioni, di recarsi a Londra per ritirare il Booker Prize. Il nuovo romanzo dello scrittore sudafricano J.M. Coetzee uscirà in Italia dalla casa editrice Einaudi nell'aprile 2004. Si intitola «Elizabeth Costello» ed è stato appena pubblicato nei paesi di lingua inglese. Il romanzo racconta la storia di una scrittrice (la vicenda è di pura fantasia, ha ammesso l'autore) che Coetzee mostra in diversi episodi della sua biografia. Vengono accostati momenti di vita privata con vicende legate alla celebrità e alla mondanità.

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