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MILANO — È una cabriolet 4 posti, in un color «greige» che più Armani non potrebbe essere.

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I copertoni sono in una mischia verde scuro militare, che riprende la sfumatura della carrozzeria semi opaca. Ha un solo «difetto»: è una Mercedes-Benz. Il più noto stilista italiano, praticamente una bandiera del made in Italy, ha «firmato» un'auto della casa tedesca che è un vessillo dell'alta gamma automobilistica, quella quasi inespugnabile. E lo ha fatto in un momento in cui l'industria italiana soffre. «Mi dispiace molto - dice Giorgio Armani, e sembra sincero - ma bisogna riconoscere che chi prima arriva meglio alloggia. D'altra parte, non è che io fossi così lontano». Insomma, in Italia nessuno l'ha cercato, nessuno ha pensato di unire la sua fama alla propria e di fare un prodotto «bandiera», pubblicitariamente accattivante. E così Armani si è fatto conquistare dai tedeschi: ieri a Milano, a presentare la nuova «Mercedes-Benz CLK Giorgio Armani Design Car», c'erano con lui (nell'Armani/Teatro di via Bergognone) il vicepresidente del gruppo automobilistico, Joachim Schmidt, il responsabile dei centri design, Peter Pfeiffer, il direttore del centro design Daimler Chrysler di Como, Verena Kloos. E c'era naturalmente la vettura, uno dei due esemplari del prototipo che girerà il mondo, pronto a essere realizzato in un centinaio di esemplari, su ordinazione. Il prezzo? «Non ne so niente - si schermisce lo stilista - figuratevi che per me l'autobus costa ancora 50 lire!». «Io ho una Alfa Romeo 166 - precisa Armani (che comunque possiede anche due Mercedes e, come prima auto, ha avuto una Volkswagen) - che è fantastica, solida, rifinita benissimo e non rombante, particolare importante per guidare in città. Quindi, come vedete so apprezzare...comunque le auto italiane, in questo momento, vivono una certa confusione, stanno cercando la loro strada». Armani dà anche una piccola lezione e qualche suggerimento: «Ho cercato di non caricare l'auto con effetti lussuosi, ho voluto riferirmi alla classe del passato rivista con il gusto di oggi. Oggi le auto sono un po' tutte uguali, metallizzate, difficili da distinguere. Da lontano non si capisce se una macchina è di lusso o è un'utilitaria. Lo stesso succede nella moda: ma una mia giacca poi, a portarla, è molto diversa da un'altra che la scimmiotta». «Re Giorgio» mette le distanze tra la classe e le sue imitazioni e inventa un colore sabbia con sfumature verdi ma in vernice «semi-mat». Perche? «Perchè basta con queste carrozzerie lucide che riflettono la città, i pedoni, i semafori. Questa è un'auto che procede come sospesa, con una sua eleganza particolare». Alviero Martini, invece, ha voluto come testimonial sulla sua passerella la «Barchetta Fiat» di cui di recente ha firmato il restyling interno: il mondo diviso in continenti sulla pelle dalle stampe geo dei sedili e degli originali bauletti studiati per la spider. Così «abbigliata» la vettura costa circa duemila euro in più. Infine Naomi Campbell ieri ha presentato per la Pirelli l'orologio P Zero Tempo e la giacca P Zero Aria.

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