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E Sarah Ferguson batte cassa dai couturier per beneficenza

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E non è escluso che sempre oggi, alla sfilata di D&G, la duchessa non si voglia prenotare un posto in prima fila. Alla presentazione dei risultati della campagna «Regala un sorriso», a favore dei bambini afghani, la duchessa è arrivata con quasi due ore di ritardo, un po' per colpa del blackout, un po' perchè - ha raccontato - l'altro ieri sera ha dovuto sistemare le due figlie prima di partire per l'Italia. Nonostante il ritardo, Sarah Ferguson ha saputo farsi perdonare con un'affabilità che nessuno si aspettava da un ex componente della casa reale inglese: ha fatto il giro della lunga tavolata stringendo la mano a tutti e scusandosi di persona per la lunga attesa e ha poi raccontato a braccio del suo impegno per Children in Crisis, l'associazione non profit che ha fondato nel 1993. «Molti parlano di beneficenza, ma non la fanno con il cuore, andando nei posti che hanno bisogno di aiuto per toccare con mano i problemi reali di quelle persone - ha detto - mia nonna invece mi ha insegnato che quando si sta male l'unico rimedio è aiutare gli altri e io, che ho fatto molti errori nella mia vita, ho capito che il modo migliore per aiutarsi è aiutare gli altri». Da anni la sua associazione, che si preoccupa soprattutto di bambini, lavora in 11 Paesi bisognosi di aiuto, tra cui l' Afghanistan, dove è attiva fin dall'era talebana. L'incontro di oggi serviva proprio per illustrare l'attività svolta a Kabul dove, grazie ai fondi raccolti con la vendita sul mercato italiano di 2500 svuota tasche di porcellana, disegnati dalla duchessa e prodotti da Wedgwood, è entrato in funzione un centro per l'infanzia, dove 426 bambini possono trovare istruzione, pasti caldi e cure mediche.

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