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di ENRICO CAVALLOTTI «PER AVER successo occorre aggiungere acqua al proprio vino, fino a ...

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Dopo la gestione e la dipartita di Luciano Berio, occorre che gli Accademici dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in ragione d'una sorta d'ideale alternanza, eleggano un presidente e soprintendente il quale sciolga e, per cosí dire, armonizzi la propria personalità artistica o, meglio, la propria inclinazione estetica con il «gusto medio» del largo e vario pubblico che frequenta i concerti e le manifestazioni musicali approntati dall'autorevole Istituzione. Di là, infatti, dall'indubitato talento compositivo, che se a molti tornava grato ad altrettanti meno, Berio ha notoriamente presieduto Santa Cecilia col fermo principio pedagogico che il pubblico dei musicofili dovesse esser «educato» alla musica contemporanea. Educato ad ogni costo»: volente o nolente. E che i nolenti non frequentassero piú l'auditorium se non gli fossero garbate le stagioni, ideate e firmate da lui, all'insegna di opere e operine del tutto opinabili o, comunque, non ancora assunte dal giudizio storico. Tale dommatismo o calvinismo del gusto, se pur è stato in parte utile a dischiudere le porte del «tempio» alla musica del Novecento avanzato, non è stato proficuo all'entusiasmo d'innumeri abbonati e frequentatori occasionali: che hanno piú volte disertati gli happening, o, astanti, vi si sono ingrugniti. Il còmpito del nuovo soprintendente risiederà perlappunto nel riassettare i programmi e le stagioni concertistiche nella direzione di un maggior equilibrio di scelta: nella considerazione che non è Santa Cecilia sede d'arditi festivals, né albergo d'avanguardie, né commissione giudicatrice di bizzarri cimenti, bensí il sacro luogo dove la somma civiltà musicale dell'Occidente celebra i proprî riti. Mezze tacche, avventurieri del pentagramma, teste calde e cranî vuoti godono di misericordi e legittimi e commendevoli ospizî; Bach, Mozart e Beethoven godono di diritto di Santa Cecilia. Non lo dimentichi mai il soprintendente avvenire, ove fornito di memoria. Il quale, a giudicare dalla prima votazione, il 22 settembre, dovrebbe esser scelto fra il musicologo Bruno Cagli (18 voti) ex soprintendente ante Berio; il pianista Sergio Perticaroli (15 voti), al presente soprintendente vicario; ed il violista Bruno Giuranna (8 voti), al presente dispensato da gravose cariche. Tutt'e tre competenti e valentuomini, tutt'e tre affatto degni dell'alto scranno in lizza, ma non tali da negare a priori l'eventualità d'altri suggerimenti di vaglia. Sappiamo che gli accademici ceciliani, al paro dei cardinali (ancorché non ispirati come costoro) sono stati sempre guidati dalla perspicacia dell'intelletto, dalla virtú della prudenza e dalla coscienza del grave ufficio culturale che s'assumono all'atto dell'elezione. Non nutriamo timori di sorta neppure nella delicata circostanza che prenderà corpo nella tornata elettorale del 22 ottobre.

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