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Lo zoo di Swarovski scintilla ancora

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Cinquecentomila collezionisti nel mondo pronti a spendere cifre da capogiro per gli esemplari più rari

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Un design accattivante unito al potere seduttivo esercitato dal cristallo grazie ai suoi mille scintilli, hanno fatto di quest'idea - allora innovativa e oggi copiatissima - un best seller immediato. Inoltre la presenza capillare in tutto il mondo, sia come numero di punti vendita che come diffusione del marchio Swarovski attraverso la pubblicità ha contribuito in maniera decisiva ad un successo per molti difficile da razionalizzare. Oggi, a distanza di quasi trent'anni, il fenomeno del collezionismo degli animaletti in cristallo Swarovski non conosce crisi né recessione. Ogni anno la collezione si arricchisce di nuovi arrivi, alcuni destinati alla diffusione sul mercato, altri in edizioni limitate, altri ancora riservati ai soli collezionisti ufficiali. Già perché dopo circa 10 anni dalla nascita del topolino, è nata la Società dei Collezionisti, che conta oggi quasi mezzo milione di iscritti in tutto il mondo. Per loro Swarovski organizza eventi, edita una rivista mensile, organizza viaggi in Tirolo, dove ha sede la fabbrica principale e ha creato a Wattens una vera e propria città del cristallo, la Kristallwelten, meta ogni anno di decine di migliaia di visitatori, che possono acquistare lì le ultime novità presentate. A celebrare lo sfavillante mondo del cristallo, sono stati chiamati in Austria artisti internazionali del calibro di Keith Haring, Studio Azzurro e Brian Eno. In Italia arriva ora una mostra itinerante dal titolo «Swarovski: lo zoo di cristallo», dedicata al mondo degli animali. Inaugurata sabato a Modena presso la chiesa di San Vincenzo, rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 28 settembre. I fanatici degli animaletti trasparenti potranno ammirare oltre 300 pezzi, collocati all'interno di spettacolari vetrine, suddivise per habitat naturali degli animali. Alcuni sono ormai storici e introvabili, come la mitica «Aquila», oppure «Gli Inseparabili» o «Il Pavone», tutti pezzi che, sul mercato secondario del collezionismo, hanno raggiunto quotazioni vertiginose.

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