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LONDRA — London Fashion Week, la settimana della moda londinese, è cominciata sottotono.

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Tra l'altro, si prevede che molti giornalisti stranieri, ancora spossati dalle fatiche della maratona di New York, come sempre accade nelle settimane di sfilate in tutte le piazze internazionali, arrivino nella capitale britannica soltanto nei prossimi giorni, quando cominceranno i defilè dei nomi di maggior richiamo. L'apertura è toccata allo stilista di Dublino Paul Costelloe, che non si è lasciato scoraggiare dall' assenza della stampa estera, dal momento che la sua clientela è composta prevalentemente da inglesi e irlandesi. Il designer ha mandato in passerella una collezione ispirata alla femminilità e al glamour casto degli anni Cinquanta, e come musa ispiratrice, l'attrice Julianne Moore, nel film «Lontano dal Paradiso». Alle silhouette strizzate in vita di Costelloe, hanno fatto seguito le romantiche figurine mascherate di Katarzyna Szczotarska, che ha mandato in pedana linee a palloncino, plissè, balze e drappeggi giocosi, su una paletta di colori pastello, abbondanza di bianco e delicate stampe floreali. La stilista polacca sembra ancora alla ricerca di una direzione anche se il suo guardaroba resta fedele ad una sensualità dolce piuttosto che aggressiva. La giornata è stata chiusa dalla collezione di Arkadius, che, tornato a Londra dopo una stagione a New York, si è portato dagli Usa un bagaglio di simboli a stelle e strisce sui quali ha permeato, in chiave polemica, la sua primavera-estate: statue della Libertà, bandiera statunitense, dollari stampati e così via. La gamma cromatica poggiava su rosso, bianco e blu, indossati da selvagge amazzoni indios. Il defilè si è concluso con lo stesso Arkadius vestito da arabo che ha calcato la passerella con indosso una tunica decorata da simboli Usa applicati. Accanto a lui, una simbolica colomba della pace striata di rosso, interpretata da una bellissima mannequin.

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