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Sanguineti, furori d'antan

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Dunque che ha fatto lo smilzo professore (un Fassino della letteratura) sabato sera, mentre riceveva il Campiello alla carriera (come dire, l'alloro della Confindustria messo sulla testa di un contestatore d'antan)? Ha fatto appunto il duro e puro, prendendo di petto, e lo riprendeva la tv, il presidente del Senato, Marcello Pera - seduto proprio in faccia ai premiandi - e indirizzando anche a Ciampi il suo rivoluzionario appello. Alle due prime cariche dello Stato ha chiesto sostegno per gli intellettuali come lui, ovvero quelli «che, in un momento come questo in cui si cerca di sdoganare il fascismo, hanno il dovere di tornare a far sentire la propria voce, in difesa della Costituzione antifascista nata dalla Resistenza». Pera gli ha risposto per le rime. «Il nostro è un paese democratico e libero. Qui si celebra la cultura e il dialogo, basta dunque con le barriere ideologiche». Sono scrosciati gli applausi, e furbo Corrado Augias, maestro di cerimonie del Premio, ha spiattellato che il presidente del Senato, replicando, ne aveva avuti un po' più di Sanguineti. Il quale forse, tutto preso dai suoi furori, forse non si è mai chiesto com'è che gli intellettuali di sinistra vengono premiati dalla Destra, mentre quelli di Destra dalla Sinistra sono sempre stati sbattuti all'angolino. In castigo. (L. L.)

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