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Intanto Cucuzza raddoppia con «Un giorno speciale»

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E ora (dal 15 settembre alle ore 15.30), il noto giornalista-conduttore raddoppia le sue prestazioni. Contagio da protagonismo? «Per carità! L'azienda, Raiuno, il direttore Del Noce, gli autori, l'intero staff di produzione e, ovviamente, Michele Cucuzza, azzardano una nuova trasmissione senza la pretesa di lanciare sfide a programmi consolidati nella linea del reality-Show. Lo spazio di "Un giorno speciale", questo il titolo del nuovo rendez-vous di Raiuno, è dedicato all'ospite che invitiamo in studio e al quale suggeriamo di raccontare la sua storia, le aspettative e i suoi conflitti che poi cerchiamo di risolvere con l'apporto delle nostre tre investigatrici che, per esempio, provvederanno a rintracciare la persona cui si riferisce l'ospite». Come dire, il pubblico, la gente protagonista in televisione? «Sì. Perché ormai la gente, il pubblico, ha scavalcato il video e si è fatto televisione. Fa la televisione. È la vera, nuova televisione al di là del talk-show tanto di moda». Un passo avanti nell'evoluzione della Tv? Ma dove va la televisione? «Ripeto: va verso il protagonismo della gente. La televisione non finirà mai, sarà sempre lo strumento principe di comunicazione, di socialismo di massa: la Tv generalista non finirà mai con buona pace dei suoi detrattori e la Rai avrà il suo spazio e la ragione delle sue prerogative. Tutto ciò significa che Cucuzza ha smesso di fare il giornalista? «La risposta è no. Continuo a farlo anche conducendo "La vita in diretta". Che è giornalismo. Che è la mia scelta. Che è ascoltare e parlare con la gente in un contatto che, credo, mi sia congeniale».

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