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La confusa Argentina di Hampton

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ARGENTINA anni Settanta, sotto il gioco della dittatura militare. Carlos gestisce un teatro, sua moglie Cecilia è giornalista. Attorno cominciano a «scomparire» varie persone, uomini e donne. Cecilia ne scrive e un giorno «scompare» anche lei. Carlos, per cercarla, si rivolge alle autorità, con la conseguenza, però, che gli arrestano anche la figlia. Cominciano giorni di dolore e di angoscia, aggravati dal fatto che Carlos, dopo un incontro con le madri della Plaza de Majo, comincia — misteriosamente — a sentire e a «vedere» il presente e il futuro di molte delle persone scomparse. Pur non riuscendo nella stessa impresa nei confronti della moglie e della figlia. Con ansie e toni sospesi fino alla fine. Si è scritto il testo, e poi lo ha rappresentato, un noto drammaturgo inglese, Christopher Hampton che quando, nei Novanta, aveva esordito nel cinema con «Carrington», sul sodalizio fra Dora Carrington e Giles Lytton Strachey, aveva raccolto consensi e, al Festival di Cannes, anche dei premi. Qui, con la stessa mancanza di vitalità rivelata nel suo secondo film, «L'agente segreto», da Conrad, mai uscito in Italia, ha affastellato gli elementi più disparati, narrativi e di gusto, rischiando a tratti di cadere perfino nel melodramma, con quel personaggio di Carlos al centro che, suonando la chitarra e trascorrendo senza motivo dal quotidiano alla visione di «immagini» del presente e del futuro, è in più momenti quasi risibile. Nonostante le atrocità che lo circondano. Vi dà vita Antonio Banderas (nella foto), in una delle sue interpretazioni meno convincenti. La moglie è Emma Thompson, con molto talento in più. G. L. R.

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