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di MAURIZIO MARINI DAL prossimo 20 settembre fino al successivo 19 ottobre, la città di ...

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Vale a dire 432 anni or sono e se ebbe il nomignolo di «Caravaggio» con cui è, da sempre, universalmente noto. Il grande artista ebbe la sventura di morire anzitempo per un'ipertermia da cibo o acqua infetti nel prestigio spagnolo di Porto Ercole, nell'Argentario. Egli vi giunse casualmente (non era questa la sua meta), già malato donde, secondo la prassi, venne affidato dalle autorità portuali alle cure della Compagnia della Santa Croce che, alla morte, ne registrò l'inventario dei beni e l'inumazione temporanea in attesa di consegnare gli uni e il corpo ai parenti che ne avessero fatta richiesta e saldato le diverse spese, cosa che non avvenne. Ora di queste notizie elementari e ben note non si traccia in un piccolo libro dalla bella veste editoriale (Rizzoli, Skira, Corsera), «Caravaggio», distribuito in omaggio col «Corriere della Sera» del 3 3 settembre u.s. O meglio, il Caravaggio viene fatto nascere a Milano (ma questo equivoco è stato da tempo superato) e morire sulla spiaggia portercolese, ribadendola falsa e malevola testimonianza del Baglione (1642), il biografo che odiava il Caravaggio! Per l'occasione è stato riciclato un inutile testo del 1965 di Renato Guttuso e non si è provveduto al minimo aggiornamento, anzi, in molti casi (troppi!) si sono ancor più intorbidite le acque. Per esempio col San Francesco in meditazione, il cui originale accertato, proveniente da Carpineto Romano, è oggi in deposito presso il Palazzo Barberini, ma nel cui commento e nella relativa immagine (pp. 140-141) è indicato nella buona copia dei PP. Cappuccini di via Veneto, facendosi comunque riferimento a un'inesistente versione di «Santa Maria della Consolazione» (sic!). Ma gli errori e le omissioni sono talmente tanti che mi occorreranno più tempo e spazio.

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