Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il gusto è una facoltà annullata

default_image

L'OMOLOGAZIONE DI MASSA

  • a
  • a
  • a

«L'arte responsabile s'orienta verso criterî vicini alla conoscenza, come l'esatto e l'inesatto, il giusto e lo sbagliato». Dall'intellettuale tedesco si pone l'accento sul fatto che nel Novecento viene a mancare il gusto già che scompare lo stesso soggetto titolare di tale facoltà. Il medesimo e tradizionale concetto di piacere, e di non piacere, sub specie aesthetica risulta inadeguato alla realtà del consumo d'arte. Secondo il Nostro infatti, per chi si trova assediato da merci musicali standardizzate, la valutazione secondo i criterî dell'arte è esercizio impossibile: ovvero, mistificante. Il soggetto «non può sottrarsi allo strapotenza, né scegliere tra ciò che gli viene presentato: tutto è talmente simile che la preferenza è legata solo al dettaglio biografico od alla situazione particolare in che avviene il processo d'ascolto». La pubblicità del resto ci obbliga, con maniere fra le piú suasive e micidiali, all'obbedienza cieca alle sue imposizioni, che si fondano non già su principî di qualità, bensí d'interesse, sia pur legittimo. Anche in tal modo l'uomo singolo s'intruppa nella collettività in che sarà annichilato. L'alternativa? L'uscita dal recinto, o sia quella condizione psicologica che nel recinto si bolla quale follía. A sua volta, l'ascolto regressivo s'appunta non già sull'unitarietà e sulla straordinaria complessità dell'opera d'arte, bensí sul dettaglio, sul particolare estrapolato dal tutto: all'interno dell'opera una sòrta di isola «culinaria» che può essere un movimento di Sinfonia, o semplicemente un brandello di melodia, il quale viene ad assumere un carattere feticistico ed alienante. La musica, di consumo in specie, rischia di svilupparsi su questo tipo di ascolto. Il che equivale a dire che si fonda su un ascolto parcellizzato: e dunque dissociato: e dunque masochistico. E. Cav.

Dai blog