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«BELVE»

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Vampiri, alieni e politici a caccia di sangue umano

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rivestendo anche gli script più cruenti di una spontaneità così naturale da rimanerne ogni volta affascinati, oltre che interiormente turbati. Si prenda il suo ultimo lavoro intitolato «Belve» (che di recente ha incontrato una fortunata traduzione francese): fameliche comunità di vampiri, da alcuni anni concentrate nel vecchio cimitero monumentale, si organizzano per comandare la contea di Cinecittà. Unica località al mondo dove, in pieno ventunesimo secolo, si producono ancora film a basso costo e nella quale vivono e lavorano registi, tecnici ed attori. Se ironica e pungente appare la location dove la storia si dipana, meno ironico appare il panorama e lo status socio/politico che circonda personaggi ed azione: a seguito di alcune «impreviste» tragedie naturali (la distruttiva caduta sulla terra di un enorme meteorite ed una inarrestabile epidemia hanno messo in ginocchio l'intero pianeta) barboni e gente senza fissa dimora provenienti da ogni frangia del mondo occupano la «parte vecchia» della città (denominata Hollywood Boulevard). Povera gente che, grazie ad un bestiale ordinamento legislativo, prima viene cacciata, poi spietatamente uccisa ed infine condotta in appositi «inceneritori», da ronde di vigilantes guidati da un non meno noto John «Killer» Denver. Originale l'idea della Teodorani di allestire su carta un vero e proprio set cinematografico, dove far scorazzare una serie terrificante di «mostri»: i già nominati vampiri, tanto assetati di sangue da voler tutelare a tutti i costi il genere umano; una coppia di esseri alieni che sbranano avidamente uomini e donne. Tuttavia solo per sfamarsi. Non ultima (ma in questo caso l'ironia si trasforma in sarcasmo) la serie di bestie certamente più pericolosa ed autodistruttiva: quella dei ricchi e dei potenti del mondo; una classe sociale che nella fantascientifica Cinecittà costruita dalla Teodorani vede la guida di politici corrotti, con un passato da attori e registi. Accanto a scene piuttosto violente (la penna della scrittrice descrive inesorabilmente, quanto mai lontana da qualsivoglia retorica in tipico stile «splatter», i particolari dei vari assassinii) ciò che nel libro viene esaltato è proprio il «desiderio» di piacere (sessuale) e di sazietà (fisiologica) che muove, nel profondo, vampiri ed alieni, rendendo quasi naturali le loro mostruose imprese. Alda Teodorani, «Belve» Edizioni Addictions, 126 pagine, 10 euro

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