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La calura d'agosto ha liquefatto tutti i tormentoni

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Alla fine è mancato il brano in grado di svettare su tutti gli altri, insomma l'«Asereje» del 2003. Il trono del tormentone estivo è rimasto vacante, nonostante l'accanimento dei dj, di molte radio e della stampa. Anzi, a farla da riempipista sono stati i successi del recente passato e senza il potere del martellamento canoro-visivo degli spot pubblicitari, non avremmo avuto neppure «Chihuahua», nato come "commercial" della Coca-Cola. Ma l'idea dell'italo svizzero Dj Bobo, nome d'arte di René Bauman, non è poi così originale, visto che la base è costituita dall'intramontabile mambo e il titolo stesso proviene da un successo di Mina del 1962 inserito, tra l'altro, nel recente film «La finestra di fronte» di Ferzan Ozpetek. L'astuzia risiede tutta nel titolo, adottato nel linguaggio infantile, e in quelle semplici battute che avrebbero fatto la felicità del maestro Mazza e dei suoi stacchetti televisivi. A proposito di titoli riciclati o suggestioni provenienti dalla storia della musica leggera, come non ricordare che molto prima di «Gatto matto» di Roberto Angelini, abbiamo avuto a che fare con un omonimo brano cantato da Flo Sandon's in cui - manco a dirlo - un gatto diventava matto? La fascinazione non deriva soltanto, fortunamente, dalla imposizione televisiva, ma grande margine d'azione in campo di mode musicali è riservato ancora ai dj. Sviliti del loro ruolo di divulgatori della musica, perché obbligati a sottostare ad un regime ferreo di programmazione noto come «playlist», conquistano una notorietà come producer e remixer. È il caso di Molella, autore di un rilancio in chiave dance di «Il cielo è sempre più blu» di Rino Gaetano, di Dj Francesco che con «La canzone del capitano» ha concorso tenacemente per il primo gradino del podio dei tormentoni di questa estate, e di dj Prezioso che ha campionato «Voglio vederti danzare» di Franco Battiato, artista passato più volte alla prova delle consolle più autorevoli. All'intuito di un dj noto in Sud America, Rodney S. Clark (in arte El Chumbo) si deve «Papi chulo» di Loma; per gli amanti dei ritmi latini più autentici la novità è «Jà sei namorar» dei Tribalistas, più prevedibile, invece, «Bailando» dei Permiso Extraordinar. Fra gli italiani incuriosisce il brano «Verofalso» di Paolo Meneguzzi, ventiseienne di Varese con alle spalle una vittoria al Festival di Viña del Mar in Cile e fino ad ora, una notorietà tutta sudamericana. Ma proprio in extremis tenta di candidarsi al trono «Prima di andare via» di Neffa che, uscito il giugno scorso, ha raggiunto solo ora la testa della classifica. «Ma io - dice Giovanni Pellino, vero nome dell'artista, da Salerno - non scrivo "tormentoni" ma solo canzoni, il più belle ed eleganti possibili. E, soprattutto, che vivano più a lungo di una sola estate».

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