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L'ammiraglio non era un fusto, ma quanti amori

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Coleman rilegge le battaglie d'Egitto in un serrato faccia a faccia tra i due nemici

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Abilmente, o per caso? Nelson, fin da Tolone, aveva tentato di tener d'occhio la flotta francese, ma senza successo. I mezzi navali a sua disposizione si erano rivelati esigui e non gli era riuscito a tener ferme le navi nemiche che gli sgusciavano di mano. Le aveva inseguite rabbiosamente, e alfine le aveva agganciate ad Abukir. Una ferale notizia piombò improvvisa sul Cairo: il primo di agosto Nelson aveva sorpreso la flotta francese proprio alla fonda nella rada di Abukir — l'Antica Canopo non lontana da Alessandria — e in diciotto ore di un aspro combattimento, che si era protratto fin nelle ore della notte, l'aveva annientata. Cadeva anche Brueys per l'esplosione della nave ammiraglia, l'Orient. Somma umiliazione per Bonaparte! «Maledetta rada», esclamava. I giornali francesi scrivevano che Napoleone si trovava prigioniero delle sue stesse conquiste. Un bel modo di festeggiare il suo ventinovesimo anno di età che sarebbe caduto di lì a qualche giorno, il 15 di agosto. Il re d'Inghilterra ricompensò Nelson con i titoli di barone del Nilo e di Burnham Thorpe, suo luogo di nascita. Il 25 luglio Bonaparte potè prendersi una rivincita nei confronti di Horatio Nelson in un duro scontro che si svolse nella baia di Abukir, e quindi decideva di tornare in Francia ormai soddisfatto. Al compimento dei trent'anni, il 15 agosto, diceva che il tempo correva troppo in fretta, e che una volta in patria, doveva mettere a frutto la gloriosa impresa egiziana. Nella lunga traversata la flottiglia di Bonaparte aveva ingannato le navi di Nelson. Per saperne di più ecco un libro di Terry Coleman, fresco e saporito. Per ora posso dirvi che quell'ammiraglio era un uomo dai molti mari e dai molti amori, spesso in preda al mal di mare e sempre dubbioso di aver contratto una malattia venerea. La passione per l'avventura lo aveva ognora indotto a nuove imprese marinare e a nuovi amori. Era celeberrimo. Tuttavia a vederlo nessuno gli avrebbe dato un penny, essendo magro e piccolino. Incarnò Nelson il modello «anti-Napoleone», lui che era fra i più popolari degli eroi inglesi? Se da un lato fu un uomo che dette filo da torcere a Bonaparte, conservando all'Inghilterra il dominio dei mari, dall'altro lato era indubbio che le sue vittorie non fossero state risolutive. Terry Coleman «Nelson. L'uomo che sconfisse Napoleone» Mondadori 425 pagine, 19 euro

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