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di ROBERTO SACCARELLO SECONDO la tradizione, Giorgio, un militare della Cappadocia, venne ...

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Più tarda è la storia del cavaliere Giorgio che libera dal drago la fanciulla, narrata da Jacopo da Varagine nella «Leggenda Aurea»; da allora il Santo è abitualmente riprodotto su un cavallo nell'atto di trafiggere con la spada o con la lancia il mostro che sprizza fuoco e fumo dalle narici. Dal luogo della sua sepoltura, a Lydda, il culto del soldato-martire si diffuse ben presto anche in Occidente, dove fin dal VI secolo vennero dedicate al Santo numerose chiese, soprattutto nei Paesi dell'Europa del Nord. Per celebrare degnamente i 1700 anni del suo martirio, Gibilterra ha emesso uno splendido foglietto riproducente il Santo a cavallo mentre affronta il drago; sui tre francobolli al centro, incorniciati da uno stendardo, sono poi riportati: l'immagine di San Giorgio tratta da una vetrata posta nella Cattedrale della Rocca (1,20 £.); la Croce di San Giorgio (30 p.); l'emblema del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, creato, appunto, nel 1190 dall'Imperatore d'Oriente Isacco Angelo Commeno per onorare il Santo Patrono della Cavalleria cristiana. Dopo l'estinsione della famiglia imperiale bizantina, il Papa Paolo III Farnese trasferì la Milizia Costantiniana alla propria famiglia. Nel secondo decennio del '700, poi, essendo venuta ad estinzione anche la Casa dei Farnese ed essendo passati i suoi beni da Elisabetta, ultima della sua stirpe, al figlio Carlo III, la titolarità dell'Ordine si trasferì ai Borbone di Napoli. Da questa Casa l'Ordine non sarebbe più uscito. Esso, infatti, è stato ininterrottamente conferito sia dai Capi della Famiglia Borbone sul trono delle Due Sicilie — Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II — e sia, dopo il 1860, dai Capi della stessa Casa in esilio: Francesco II , Don Ferdinando Pio, Duca di Calabria (1869-1960), Don Alfonso, Duca di Calabria e Infante di Spagna (1901-1964) e Don Carlos, Duca di Calabria, Infante di Spagna (1964).

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