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di CARLO ROSATI STAGIONE importante per Antonio Latella.

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Un Festival che fu inventato nel lontano '47 da Jean Vilar, proprio nel cortile d'onore del palazzo papale, che ha portato nella città provenzale i migliori attori francesi, da Gèrard Philipe a Philipe Noiret, da Alain Cuny a Jean Moreau, che lasciava la Comèdie-Française per seguire la troupe Vilar, ma anche i migliori registi e attori della scena europea e mondiale, da Peter Brook ad Ariane Mnouchkine, presenti anche in questa edizione, da grandi personalità europee come Otomar Krejca e Vittorio Gassman, dai russi ai giapponesi, fino alle recenti edizioni che hanno visto ai "Papes" divi come Daniel Auteuil, Kristin Scott Thomas e Isabelle Huppert. Antonio Latella debutterà al Teatro Municipale il 9 luglio con «La dodicesima notte, o quel che volete» di Shakespeare, allestito per lo Stabile dell'Umbria, che si annuncia singolare, in quanto sarà interpretato soltanto da attrici. «Il testo è stato scritto da Shakespeare - ha detto Latella - per una compagnia di uomini, che all'epoca interpretavano anche le parti femminili. Ho pensato di dare alle donne di oggi l'opportunità di raccontare come vedono gli uomini». Tra gli spettacoli più attesi ci saranno Peter Brook con la sua «Morte di Krishna», Rodrigo Garcia e il «Platonov» di Cechov ai "Papi", adattato, messo in scena ed interpretato da Eric Lacascade con la Comèdie de Caen. Lacascade è un regista generoso, ama i movimenti intensi e vede il suo moderno Platonov tra Amleto e Don Giovanni, mentre «Casa di bambola» di Ibsen verrà proposta dal regista tedesco Ostermeier con la Schaubuhne di Berlino. Ma Avignone durante il Festival sarà "intasata" di spettacoli a tutte le ore, più di cento al giorno, tra manifestazione ufficiale ed "off". Un festival sempre grandioso, popolare, come l'ha voluto Vilar fin dal suo inizio; ma che seguita ad avere una pecca nei nostri confronti, non ha mai ospitato il miglior teatro italiano: prima Strehler, oggi Ronconi.

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