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È STATA trovata in Vaticano la «prova» dell'avvenuta trattativa segreta avviata nel 1927 dal governo ...

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Da parte sua l'Urss si sarebbe dovuto impegnare a liberare alcuni sacerdoti cattolici incarcerati a Mosca. Di queste trattative fu tenuto al corrente anche Benito Mussolini, il quale però si oppose per ragioni giuridiche: non essendo stati ancora giudicati gli imputati. Si deve alla professoressa Emma Fattorini, docente storia contemporanea all'Università «La Sapienza» di Roma, il ritrovamento tra le carte dell'Archivio segreto per gli Affari ecclesiastici del Vaticano di una «posizione» intitolata «La questione Gramsci-Terracini (1928)» Anche se la «posizione» non contiene documenti, si tratta della conferma delle avvenute trattative per liberare Gramsci. Le trattative videro impegnata, in modo particolare, la Nunziatura di Berlino, all'epoca guidata da monsignor Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII. Finora c'erano state su questo aspetto delle testimonianze non ufficiali, come quelle dello storico comunista Ambrogio Donini e del senatore a vita Giulio Andreotti, risalenti alla fine degli anni Ottanta. Lo storico comunista Paolo Spriano aveva invece rinvenuto dei documenti a tal proposito negli archivi sovietici. Adesso con il ritrovamento in Vaticano un ulteriore tassello si aggiunge a questa vicenda che si dipanò tra il 1927 e il 1928. Il tentativo di liberazione fu intrapreso dopo che nel carcere di Milano il fondatore del Pci, arrestato l'8 novembre 1926, fu avvicinato dal cappellano della prigione. Secondo quanto hanno ricostruito di recente gli storici Aldo Natoli e Chiara Daniele, nell'imminenza del processo a Gramsci, i rappresentanti del Comintern e l'ambasciatore sovietico a Berlino contattarono monsignor Eugenio Pacelli, nunzio presso la Repubblica tedesca. Il Vaticano, che aveva preso atto della richiesta sovietica e se ne dichiarò interessato, contattò il governo italiano attraverso padre Pietro Tacchi Venturi, un gesuita ben introdotto nella cerchia delle persone vicine al Duce. La risposta di Mussolini giunse il 15 ottobre 1927 e venne affidata al conte Giacomo Suardo, sottosegretario al ministero dell'Interno.

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