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TORINO — Per Ettore Scola (nella foto), il grande regista italiano all'esame l'altra sera al Teatro ...

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C'è infatti una certa "malinconia dell'amore" nella bella messa in scena dell'opera mozartiana vista al Regio di Torino. Come se non si potesse più - ma in realtà quando si è potuto? - credere nell'amore eterno, nel matrimonio specchio di una vita intera. Ma l'opera ha ovviamente mantenuto tutta la sua allegria, la sua vivacità originaria voluta da Mozart e dal suo librettista Lorenzo Da Ponte, un duo tra i più riusciti del repertorio lirico di tutti i tempi al quale il direttore del Regio di Torino, Marco Tutino, ha dedicato molta attenzione offrendo a Scola quest'anno la regia di «Così fan tutte», a Mario Monicelli quella delle «Nozze di Figaro» nel 2004 e a Gabriele Salvatores di «Don Giovanni» nel 2005. Vivace e composita è già la prima scena quando il sipario si apre sul porto di Napoli. C'è un sacco di gente che va e viene quando arrivano Don Alfonso e i due ufficiali Guglielmo e Ferrando. Il colore dominante dell'intero spettacolo, quello dei grandi palazzi di Napoli, è un bianco sporco, un po' delabrè, eroso dall'aria del mare e dal tempo. I costumi sono quelli del tempo, di fine '700, ma senza una particolare ricerca del dettaglio e il palazzo nel quale è ambientata l'opera ricorda il Vanvitelli di piazza della Carità, a Napoli. In un primo momento era parso che Scola volesse variare il finale rispetto all'originale di Da Ponte-Mozart, inserendo un brando di «Nozze di Figaro» per dare un tono più amaro alla vicenda, ma poi, in perfetta sintonia con il direttore d'orchestra Corrado Rovaris, alla sua terza «Così fan tutte» e grande estimatore del regista, questo non è accaduto. Il pubblico può anche vedere nel Foyer del Regio una bella mostra inedita di 82 schizzi e disegni di Scola (dei suoi 300 totali) di cui 12 dedicati a Fellini.

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