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Polanski da Ciampi, è trionfo E il Presidente loda i registi italiani che parlano della famiglia

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Dopo il discorso del presidente dell'Ente David, Gianluigi Rondi, il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi ha segnalato «un risveglio» nel cinema italiano che, «dopo anni d'incertezze sta ritrovando ispirazione e organizzazione. I film d'autore non sono più, come prima, per pochi appassionati, ma incontrano l'interesse crescente del pubblico». Per il presidente è poi «fondamentale» il contributo della Scuola Nazionale di Cinema nella formazione di nuovi talenti, ma chiede che anche l'Università se ne faccia maggior carico; mentre la televisione, compresa quella satellitare, deve sostenere il cinema italiano, così come l'Ue. Osservando i titoli in concorso quest'anno per i David, Ciampi ha notato che «la famiglia è un tema sentito dai registi e a giudicare dagli incassi pure dal pubblico. Questo mostra la vitalità con cui la famiglia italiana sta affrontando una trasformazione sociale profonda. La famiglia è dotata di una straordinaria spinta creativa, pur in presenza dei processi di globalizzazione dei consumi, anche di quelli culturali e dei modelli di vita». Per il ministro dei Beni Culturali, Urbani, si è «chiuso un anno pieno di segni incoraggianti. Ci sono più film italiani nelle sale e in tv, è stato prodotto il 20 per cento di film italiani in più su base annua, sono aumentate le giornate di spettacolo del 12 per cento; crescono gli investimenti privati nel cinema e i film italiani sono più apprezzati dal pubblico. Il pericolo è la pirateria: dal punto di vista legislativo concentreremo gli sforzi su questo problema». Una standing ovation è stata riservata a Roman Polanski, che ha vinto il David con «Il pianista», come miglior film straniero. La presenza di Polanski ha suggerito Ciampi ad invitare i grandi registi in Italia. «Il pianista è una testimonianza che ha lasciato dentro di me una traccia profonda - ha detto il presidente - Non dobbiamo smettere di alimentare la memoria, che evita il ritorno degli errori del passato». Polanski, schivo e silenzioso, ha confessato di non conoscere nessuno degli artisti presenti, a parte Giannini. Non ha fatto commenti sulla guerra e accusato per questo di essere cattivo, ha risposto: «In genere dicono che uno è cattivo quando fa qualcosa, non quando non la fa». Più determinato è apparso invece il regista Marco Simon Puccioni, candidato al David come miglior regista esordiente per «Quello che cerchi». Puccioni è giunto al Quirinale con la fascia dei colori della pace: «Il cerimoniale voleva farmela togliere, ma non ho ceduto. E la signora Ciampi mi ha fatto un sorriso di approvazione». Muccino si è invece dichiarato contrario a certi gesti: «Si rischia di diventare retorici e fare degli estremismi, la guerra è atroce e parlare di pace è ora riduttivo». Nel Salone delle Feste, a Silvana Pampanini, Virna Lisi, Giovanna Ralli e Gigi Proietti, il Capo dello Stato ha infine conferito l'onorificenza di Grandi Ufficiali. «Questa nomina non me l'aspettavo - ha commentato Proietti -. Non volevo nemmeno venire al Quirinale perché ero stanco. Il titolo di Commendatore me lo hanno già dato quando ero ragazzo: ora con questa nuova nomina dovrò cambiare i biglietti da visita».

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