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Anna Tatangelo, trionfo degli «sweet sixteen»

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Forse mi ha tolto il tempo con gli amici. Quando posso torno a Sora, il mio paese, per recuperare quiete e riposo. Per incontrare chi da sempre mi vuol molto bene». Si è montata la testa? «No, sono sempre con i piedi per terra. Spero di non montarmi mai la testa». Quando ha scoperto la sua voce? «È successo tutto così velocemente. Da piccola volevo cantare e lo facevo ogni volta che potevo per i miei genitori, per i miei parenti». È cresciuta troppo in fretta a 16 anni? «Penso di essere una ragazza come tante altre, che ama stare con gli amici, andare a scuola, uscire. Cantare è una passione ed ora anche una professione». Sa sempre cosa vuole? «Sono un capricorno. Molto testarda e determinata. Il mio sogno era Sanremo e questo si è avverato. Il successo non è tanto averlo, ma mantenerlo. Lavoriamo sodo io e la mia casa discografica. Cerco sempre di dialogare con gli altri. Mi interessa esprimere le emozioni che ho dentro». Si piace? «No, mi trovo trentamila difetti. Come tutte le ragazze della mia età ho delle simpatie nei confronti dei miei coetanei. Lascio a loro scegliere. A volte ho paura. A 16 anni si va verso il mondo dei grandi e quindi non so cosa mi aspetta nel futuro. Cerco di vivere giorno per giorno». È coraggiosa? «Abbastanza. Comunque ho il terrore di svegliarmi un giorno e non poter cantare più». È timida? «A volte». È introversa? «Non poco». È capricciosa? «No, non credo proprio». È convinta sempre di quello che fa? «Assolutamente sì. Comunque sono sempre in buona fede».

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