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IL REGISTA LUCHETTI

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«Dillo con parole mie» è il titolo del suo ultimo film, distribuito da Medusa e da venerdì prossimo nelle sale, prodotto da Conchita Airoldi, scritto, sceneggiato e interpretato da Stefania Montorsi, compagna di Luchetti nella vita come nel cinema. Ad affiancare la recitazione della Montorsi, appaiono per la prima volta due nuovi volti: il sensuale Giampaolo Morelli - nei panni di Andrea - e la quindicenne Martina Merlino, che interpreta l'adolescente Meggy, attorno alla quale si muove tutta la storia. Luchetti, come è nata l'idea del film? «Era un po' di tempo che Stefania mi ronzava intorno per casa con il suo soggetto che raccontava le avventure di Meggy: una ragazzina che decide di liberarsi dai tabù e sperimentare la propria sessualità a Ios, l'isola greca dell'amore, dove incontra un uomo più grande di lei - Andrea - che si rivela poi come l'ex fidanzato della zia, interpretata dalla Montorsi. Così, mandai all'aria i grandi temi sui quali stavo lavorando, quelli che piacciono tanto ai festival. Abbiamo, quindi, iniziato a scrivere la sceneggiatura, io, Stefania e Ivan Cotroneo: ci siamo divertiti moltissimo, mentre mia moglie mi assicurava che Meggy era uguale a lei, quando aveva quattordici anni». Meggy rappresenta la tipica quindicenne di oggi? «Direi di no. È una ragazza forte e determinata, stravolta da un'autentica tempesta ormonale e incarna un tipo di adolescente che potrebbe appartenere a qualsiasi epoca. Quando io e Stefania siamo andati a fare i sopralluoghi per il film a Ios, ci siamo sentiti davvero anziani: l'isola è deserta di giorno e di notte si riempie di ragazzini scatenati». Continuerà a dedicarsi alle commedie o tornerà ai soggetti impegnati? «Non so come verrà visto da pubblico e critica questo mio passaggio da storie serie ad altre più soft, ma mi piaceva troppo l'idea di rappresentare la leggerezza dei sentimenti. Ora, sto lavorando ad una sceneggiatura tratta dal libro di uno scrittore anglo-pakistano, intitolato "Il dono di Gabriel" e spero di realizzare sempre quel genere di film che fa piacere rivedere all'infinito: non quelli da una volta sola e basta».

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