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L'allarme: "Chi torna al lavoro dove lascia i figli?"

Appello dell'Associazione Family Day: "Bisogna dare un bonus da 200 euro per ogni minore e congedi parentali"

Adriano Bonanni
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Il governo si prepara a far ripartire una serie di attività per la «Fase 2» che dovrebbe iniziare il 4 maggio. Ma nell'incertezza che ancora regna a palazzo Chigi c'è chi, come la ministra per la Famiglia Elena Bonetti, fa notare come riaprire le aziende senza prevedere un sostegno alle famiglie che non sanno a chi lasciare i figli che non vanno a scuola è un problema da risolvere. «Da una parte - spiega - dobbiamo estendere i congedi parentali divisi tra le mamme e i papà, poi io ho proposto il voucher babysitter già nel primo decreto ed ora l'assegno per i figli. Il tema grande da strutturare è quello di una rete di servizi a sostegno delle famiglie, con la possibilità di riattivare quelle esperienze educative che creino delle attività ludiche, ricreative e di custodia per i figli. Specie per i mesi di giugno, luglio e agosto».  Per approfondire leggi anche: Il notaio: "Ma quale sconto fiscale, è solo un rinvio" Un appello arriva anche da Massimo Gandolfini, portavoce dell'Associazione Family Day: «Il Governo non sta minimamente guardando alla crisi sociale causata dall'epidemia in ottica familiare. In Italia ci sono 12 milioni di famiglie con 8,4 milioni di figli a carico in età scolastica: se le scuole restano chiuse, chi terrà i minori? Non si può dire ai genitori di tornare a lavorare senza alternative, né ai nonni - i soggetti più a rischio contagio - di occuparsene». «I genitori - prosegue - devono poter lavorare, a stipendio pieno, senza abbandonare i figli per strada, e per questo servono subito misure concrete: assegno di 200 euro mensili per ogni figlio da 0-15 anni, indipendenti dal reddito, per le spese causate dalla chiusura delle scuole (babysitting, dotazioni tecnologiche per didattica a distanza, intrattenimento estivo, etc); estendere fino a... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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