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La profezia del coronavirus: tutto scritto in un romanzo del 1981

Davide Di Santo
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Da un libro di quarant'anni spunta la profezia del coronavirus. Nel thriller scritto nel 1981 dall'americano Dean Koontz "The Eyes of Darkness" infatti si racconta di un virus letale che colpisce l'uomo creato in un laboratorio in Cina, più precisamente nella città di Wuhan. Un'arma batteriologica destinata a sconvolgere gli equilibri mondiali, quella immaginata dallo scrittore Usa. Che in realtà nella prima stesura aveva chiamato il virus in question Gorki-400, come la città russa, perché la storia era ambientata in Russia. Nella seconda stesura, realizzata nel 1996 e quindi dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, la storia si sposta in Cina, più precisamente a Wuhan. E così il nome del virus diventa Wuhan-400.   Profezia o semplice coincidenza? Il giornalista informatico Paolo Attivissimo sul suo blog sostiene che "è pressoché inevitabile che fra i milioni di storie che vengono scritte prima o poi qualcuna ci azzecchi, almeno vagamente (leggendo i dettagli del romanzo, le caratteristiche del 'Wuhan-400' divergono fortemente da quelle del coronavirus)".  Il blogger ricorda infine che "quello di Koontz non è il primo caso di apparente precognizione letteraria: il romanzo del 1898 The Wreck of the Titan di Morgan Robertson "previde'il disastro del Titanic del 1912 descrivendo un transatlantico, il Titan, che affondava nel Nord Atlantico dopo uno scontro con un iceberg. In questo caso, però, il romanzo fu ritoccato dopo il 1912 per renderlo più calzante. Nella versione originale, infatti, la nave era di stazza minore, e il titolo era un ben più generico Futility".

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