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Alle Terme i soldi dei terremotati

Franco Bechis
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Sono passati 41 mesi esatti da quando gli italiani con generosità hanno donato quasi 34 milioni di euro con i loro sms alle popolazioni del centro Italia colpite dal drammatico terremoto che distrusse Amatrice e molti comuni di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. E a tre anni e mezzo circa da quella corsa alla generosità, finalmente gli italiani possono sapere in che cosa sono stati impiegati almeno parte dei loro fondi. Basta leggere la determinazione n. 433 del 2 dicembre 2019 del comune di Acquasanta Terme, provincia di Ascoli Piceno. Perché con quella è stato dato il via a lavori di ricostruzione che costano in tutto 6 milioni di euro e che per 3 milioni sono stati finanziati come spiegato nella determina «con i fondi derivanti dalle donazioni raccolte mediante il numero solidale 45500», quindi proprio quelli degli sms. Evviva, finalmente servono a qualcosa! Già, ma a cosa? La costruzione di una scuola? Di un asilo nido dove tenere i bambini togliendoli qualche ora dalle casette provvisorie? Un centro incontri dove fare passare il tempo libero a chi non ha altri luoghi possibili? Una mensa pubblica? Macchè. I tre milioni presi dagli sms degli italiani serviranno a ristrutturare la «grotta sudatoria» del complesso termale di Acquasanta terme. Gli altri 3 milioni sono stati messi dal ministero dei Beni culturali e serviranno a recuperare anche la piscina termale e a ristrutturare la palazzina liberty prospiciente. Per approfondire leggi anche: Tre governi scandalosi Per carità, il complesso termale ha la sua storia, tanto da essere citato già da Tito Livio. Pare che due volte lì vi abbia fatto il bagno pure Carlo Magno, traendone beneficio. Il Fai ha chiesto agli italiani di indicare i loro luoghi del cuore, e la piscina e la grotta sudatoria sono risultate al 2.931° posto a livello nazionale, ottenendo la bellezza di 28 voti di irriducibili estimatori. Fino al 2008 erano di proprietà delle Nuove Terme di Acquasanta della famiglia Ferranti di Ancona, che lì ha costruito un albergo per i turisti termali. Poi il Tar delle Marche ha stabilito che grotta e piscina debbono essere pubblici (la casa liberty no, è ancora della società privata così come tutti i terreni). Ma il complesso era chiuso al pubblico già prima del terremoto, lasciate andare in assenza di vera gestione. Il sisma ha danneggiato palazzina e albergo, che nel frattempo è già stato riaperto al pubblico dopo gli interventi necessari a spese del privato. Con la ristrutturazione in corso piscina e grotta sudatoria potranno certamente riaprire al pubblico, ma davvero è incomprensibile il motivo dell'utilizzo dei fondi degli sms degli italiani per un'opera così lontana dallo spirito di quelle donazioni. Una scelta che farà forse piacere a quei 28 che l'hanno scelta come luogo del cuore del Fai, ma risulterà assai indigesta agli italiani che donarono il proprio contributo anche piccolo in solidarietà di chi vedevano perdere familiari, lavoro e casa. Anche chi ha fatto questa scelta incomprensibile si è trovato in grande imbarazzo. La Regione Marche infatti aveva nominato un comitato di saggi esterni per valutare l'impiego dei soldi degli sms degli italiani. Quando quel comitato si è visto proporre il recupero della grotta sudatoria ha sgranato gli occhi e detto «Fermi tutti!». E fermi sono stati per mesi. Ma poi la Regione quella grotta voleva e quella grotta ha ottenuto, girando anche quei 3 milioni degli italiani. E i lavori finalmente sono iniziati. Una storia folle, tanto più se si ascoltano i drammatici problemi dei terremotati che potrete leggere anche in queste due lettere che ci hanno inviato da posti diversi del cratere. Una di Francesco di Accumoli, nel reatino, che sta costituendo la Confraternita dei Lupi per sbranare chi dovrebbe fare qualcosa e da troppi mesi lascia fermo tutto. E quella di Onelio, agronomo di Tolentino, incredulo per le sparate di Paola De Micheli contro loro terremotati in una trasmissione televisiva in cui ero anche io ospite.      

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